1. L'epopea delle candele.


    Data: 06/06/2019, Categorie: Etero Autore: Honeymark, Fonte: Annunci69

    Dedico questo racconto a Nicole, una lettrice che me lo ha ispirato e che stimo profondamente.
    
    L’epopea delle candele.
    
    1.
    
    Era l’autunno 1976 e quello era per me il primo giorno di università a Verona da borghese, perché prima di partire per il servizio militare ero riuscito solo a iscrivermi. Però, nonostante la durezza del corso ufficiali della Scuola militare, ero riuscito a dare un certo numero di esami.
    
    Ma adesso dovevo impegnarmi e chiudere al più presto il corso di laurea perché avevo voglia di lavorare.
    
    - Marco! Non dirmi che sei tu, Marco!
    
    Mi sentii arrossire perché credevo di essere sconosciuto. Mi girai e vidi Valentina, un’amica della mia città.
    
    - Si, – sorrisi abbracciandola. – Sono io. E sono felice di vederti. L’università non è più così sconosciuta adesso.
    
    - Sono proprio felice di vederti, – continuò. – Mi avevano detto che eri partito per il servizio militare.
    
    - L’ho anche finito, grazie a Dio.
    
    - Sei al primo anno?
    
    - No, al terzo, anche se ho dato solo otto esami da militare.
    
    - Wooow!
    
    - Non esagerare, c’è gente che ne ha dati nove o dieci.
    
    - No, mi riferivo al fatto che sei iscritto al terzo anno…!
    
    - E perché?
    
    - Per le Matricole.
    
    - Che cosa?
    
    - Davvero non sai niente?
    
    - Non lo so, – sorrisi. – Forse sì, ma dipende da cosa stai parlando.
    
    - Nei primi mesi dell’anno accademico c’è la caccia alle matricole, che sfocia con la grande festa delle matricole a carnevale.
    
    - No, – ammisi sorridendo. – Non ne ...
    ... so quasi niente.
    
    - C’è l’usanza che gli anziani sottopongano le matricole a mille angherie, ovviamente perlopiù sessuali. Possono fare delle matricole quello che vogliono, almeno fino alla Festa. Dopo, tutte quelle che hanno ricevuto il «Papiro» non sono più toccabili. E si pensa solo a studiare.
    
    Mi feci più attento.
    
    - Spiegati meglio.
    
    Si tratta di oscenità?
    
    - Sì. – Sorrise. – Ma se tu sei un ragazzo perbene…
    
    - Dipende da quello che si può fare… ha ha!
    
    - Ti mostro subito.
    
    Chiamò una ragazza che passava di lì.
    
    - Tu, – le disse. – Hai il papiro o hai almeno due anni di anzianità?
    
    La ragazza divenne rossa come un peperone. Si limitò a scuotere la testa.
    
    - Io sono un «fagiolo», – disse Valentina, mostrando il tesserino con due bollini. – Mi fai il favore di alzare le gonne per mostrare al divino anziano se porti i collant?
    
    Il divino anziano ero io, perché aveva indicato me. Restai a guardare cosa succedeva.
    
    La giovane sollevò piano le gonne fino a scoprire la fine delle calze. Non portava i collant, erano appena stati inventati.
    
    - Vuoi scoprirti di più – ingiunse Valentina don voce dura, – o preferisci essere rinviata al processo per renitenza prima ancora della festa delle Matricole?
    
    La ragazza sollevò bene la sottana e mostrò le mutandine bianche che si usavano allora.
    
    Valentina mi guardò per studiare la mia reazione.
    
    - Ora girati e mostragli il culo.
    
    La ragazza obbedì prontamente.
    
    - Se vuoi palparla, – mi disse Valentina, ...
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