1. Orme nella neve


    Data: 20/10/2017, Categorie: Etero Autore: scopertaeros69, Fonte: EroticiRacconti

    Non ci siamo persi soltanto perché conosco questi luoghi molto bene, in quanto frequentatore estivo, ma tutto questo candore fa male agli occhi. La guida sulla neve mi rende nervoso e concentrato, sono le prime ore di luce del mattino, la levataccia si è resa necessaria per essere sicuri di poter fare una escursione con un certo margine di sicurezza. Nel sedile del passeggero, neppure tu parli molto, ti guardi intorno, non posso fare a meno di cercare il tuo viso di quando in quando, ho annotato nella mia mente la posizione di ogni tua piccola ruga di ogni curva dei tuoi zigomi, del collo del naso, delle labbra. Il pile si gonfia appena la dove so esistere il tuo seno, i capezzoli che sono solito trattare come solo miei, quel che è coperto alla vista d’altri è nudo per i miei occhi anche sotto strati di tessuti termici, sarei pronto a scommettere che hai rinunciato al reggiseno optando per una maglietta di cotone e basta. Arriviamo al fine al parcheggio, deserto, dove lasceremo l’auto, gli spartineve sono arrivati fin qui, ma comunque tutto e bianco di neve compattata, dinanzi a noi una chiesetta chiusa con il tetto assai spiovente, e nonostante ciò, comunque coperto di neve. Ci infiliamo le giacche a vento, prima di scendere, c’è il sole ma saremo si e no comunque al massimo a cinque gradi sopra lo zero, ti guardo stagliarti contro il bianco che ci circonda, per uno strano gioco di luci tu e l’auto sembrate più...reali di quello che abbiamo intorno. Sono decisamente malato, ...
    ... riesco a desiderarti anche così, in tenuta doposcì/antitistupro, si decisamente sono senza speranza, sorridi girandoti a guardarmi, intuendo la direzione dei miei occhi sotto il nero dei miei occhiali da sole. In realtà sei tu che mi hai trascinato qui, una domenica mattina, con le ciaspole sulla neve, una passeggiata per un sentiero che adesso vorrei capire come farai a trovare, suppongo nello stesso modo in cui io mi sono orientato a guidare fin qui. Il fiato dalle bocche, che si arresta negli attimi in cui siamo stretti l’uno all’altra goffamente, la congiunzione di due omini Michelin. Inizia la marcia nella neve, nel silenzio irreale rotto solo dal nostro ansimare, e da qualche fronda degli abeti che qua e là scarica un po’ di neve dai rami. Risparmiamo il fiato, siamo un po’ fuori allenamento entrambi, succede, in inverno e subito dopo le abbuffate natalizie, parliamo poco. Di quando in quando ci si ferma per scattare qualche foto, con la macchina, con i cellulari, qui praticamente inutili per qualsiasi altro uso che non sia fotografare. Guidi tu precedendomi, marcio nelle tue orme, ansimiamo un po’ entrambi, preferirei ansimare per qualcosa di diverso, te l’ho detto stamane, quando ho dovuto rinunciare a saltarti addosso per venire qui, tu hai riso, mi hai spintonato via con una semplice promessa “Dopo”. C’è poco da fare io con te, quel “dopo”, lo vivo come un bambino che si sente raccontare una promessa/balla dinanzi al giocattolo desiderato, presumo tu lo sappia per ...
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