1. Orme nella neve


    Data: 20/10/2017, Categorie: Etero Autore: scopertaeros69, Fonte: EroticiRacconti

    ... costringe a rimetterci in marcia. Si torna indietro, decidiamo di terminare la circumnavigazione del lago nascosto dalla neve, tornando al nostro punto di ingresso/uscita dall’abetaia dal quale siamo arrivati. Il sole è ancora alto e sotto di esso fa anche caldo, ma qui il tempo cambia sin troppo in fretta, e non vogliamo ritrovarci in mezzo alla nebbia che potrebbe scendere e sorprenderci, inoltre non rimangono troppe ore di luce. Sinceramente non vedo l’ora di raggiungere casa, so cosa succederà appena arrivati,: rigidi di freddo ti spoglierò e ti infilerò sotto una doccia bollente, ti prenderò senza troppi se e ma, esattamente come so piacere anche a te. Mentre passo dopo passo, ripercorrendo le nostre orme a ritroso, immagino i tuoi vestiti sparsi scompostamente poco fuori dal bagno, noto le orme di lupo vicino alle nostre, prima non c’erano. Ti chiamo per dirtelo, ma sono sopraffatto dal tuo abbraccio improvviso, le bocche si congiungono, tagliamo fuori tutto quello che ci circonda, il silenzio, il freddo, l’odore di resina mitigato dalla temperatura. Sento la tua mano fredda insinuarsi sotto i pantaloni e il maglione facendomi trasalire, si fa strada sino a raggiungere il mio cazzo semi eretto grazie ai miei pensieri di poc’anzi. Mi darai un assaggio di te prima di quanto sperassi, un esempio del costante gioco del nostro continuo riequilibrio tra noi, ti imito, ma con entrambe le mani. Cerco la lampo del tuo giubbotto, mi insinuo con le mani, dividendomi tra le tue ...
    ... tette e la congiunzione delle tue cosce; neppure le mie sono così calde dall’evitarti di trasalire a tua volta, ma ti serri a me comunque. I baci divengono via via più voraci, non so quanti minuti passiamo così, prima che tu ti decida ad aprirmi la cerniera dei pantaloni e calarli giù insieme agli slip. E’ una sensazione strana, il tepore delle mie gambe vicine e la pelle d’oca data dalla temperatura esterna, il mio cazzo ormai libero di ergersi per i fatti suoi, incontra rapido l’abbraccio delle tue labbra e il caldo cuscino della tua lingua. Non lecchi, ma succhi, circondi, inglobi, culli la mia carne contro le labbra, accarezzandola con la lingua e il palato, mentre la tua mano, meno fredda, accarezza il solco del culo. Mi godo questo pompino, circondato dal silenzio più irreale, mentre sento un dito farsi strada dentro il buco; mi stai spremendo, provocando … non so quanto posso resistere così, nonostante il freddo sento il familiare effluvio della tua fica bagnata e chiudendo gli occhi riesco a sentire lo sciacquettio, del tuo ditalino fradicio. Ti sollevo per appoggiarti contro la schiena dell’albero più vicino, un grosso larice, ma ti opponi.. “La resina!”, allora ti giro e ti metto contro di esso con le mani in modo che tu possa stare prona. Le ciaspole incasinano ogni movimento, reso frenetico dall’eccitazione, ma questo non ci ferma. Ora è il mio momento di abbassarti i pantaloni, di metterti a nudo il culo e la fica, di vedere quello che ho desiderato per ore. Quasi ...