1. Orme nella neve


    Data: 20/10/2017, Categorie: Etero Autore: scopertaeros69, Fonte: EroticiRacconti

    ... il modo con cui ti volti e spendi i tuoi sorrisi con me. Sai quanto ti desidero, quanto abbia voglia di te… lo sai eccome, sai che riesci ad eccitarmi anche fasciata in quei jeans felpati che ti fanno il culo più grande di tre taglie. All’improvviso inciampi, perdi l’equilibrio e cadi nella neve alta, cerco di correre in tuo soccorso afferrandoti, ma siamo sbilanciati anche dai piccoli zaini che abbiamo in spalla e mi trascini con te. Finiamo a ridere, pieni di neve e uno sopra l’altra, cerchiamo di scrutarci attraverso il nero delle lenti. Ti bacio, mi stacchi a forza da te, dopo alcuni minuti, “Fa freddo incassata nella neve con te sopra lo sai?” … rido. A bassa voce come se qualcuno potesse sentirci ti sussurro : “ Ti scoperei qui e adesso”. Tu ridi, “Signore lei ha delle pessime idee, ed è un porco”. Ti aiuto a rialzarti e ti bacio di nuovo, tra notevoli difficoltà date dall’abbracciarsi con le ciaspole ai piedi stando uno dinanzi all’altra : sei tu a prendere l’iniziativa infilando un piede in mezzo ai miei e inserendo la tua gamba sul cavallo dei miei pantaloni. Sdrusci la gamba contro la mia erezione, la cerchi, sai che c’è, sai che è per te, “Non menti mai...” dici maliziosa prima di staccarti. Ti distanzi da me, a ragione direi, se fosse per me darei corso ai miei propositi sotto questo grosso abete carico di neve, ma mi devi portare un po’ più su. Camminiamo per un altra mezz’ora, sino a raggiungere un piccolo lago ghiacciato coperto di neve, so che il lago esiste ...
    ... perché siamo stati qui in estate, perché la palina con il cartello di legno ne conferma l’esistenza, per evitare a sprovveduti escursionisti ciaspolatori della domenica di finirci sopra. Non siamo soli, le sponde sono piene di impronte di animali, qualche daino, che ha scavato con gli zoccoli sino a snudare qualche zolla verde, e poi altre impronte più distinguibili, troppo profonde per essere di una volpe: un lupo. Seguiamo i contorni delle sponde, circoscritti dal limitare dell’abetaia sino alla riva opposta, qui un paio di grosse rocce hanno ricavato una sorta di nicchia naturale vicino ad una piccola cascata di ghiaccio. Ovunque questo silenzio irreale, strano, vero oltre ogni limite, che pare ovattare ogni rumore; il sole alto ci dice che dovremmo essere intorno a mezzogiorno, e l’orologio si spinge ben oltre, alle 13:40 circa. Smontiamo gli zaini dalle spalle, stendo un piccolo telo cerato e una copertina in pile sul quale sedere, schiena contro schiena, consumiamo i nostri panini e beviamo il the caldo dai thermos. Adoro sentirti addosso, poco importa che questo avvenga mentre siamo nel letto, oppure sia nella doccia, in cucina mentre si cucina o laviamo i piatti, sul divano mentre guardiamo la tv oppure come adesso, separati da strati di stoffa e tessuto idrorepellente. La tua presenza è qualcosa che ricerco, la percezione stessa di tè anche attraverso filtri, la sensazione del tuo peso, starei ore così...ma lo stare fermi non piace troppo ai nostri piedi freddi e ci ...