1. Arrivederci, si. Ma a modo nostro.


    Data: 12/06/2019, Categorie: Masturbazione Autore: Berny2

    ... all'uomo con cui aveva fantasticato più volte di scopare. Quando lui vide la sua fica, con quella peluria riccia e ben curata, non resistette: si sedette sullo sgabello, di fronte alla poltrona, ed iniziò a massaggiarsi l'uccello. Lei si accomodò sulla poltrona: sollevò una gamba sopra il bracciolo e lui potè vedere quello scrigno rosa aprirsi in mezzo alla peluria nera. Scese con la mano verso la fica, iniziando ad accarezzarla. Con le dita stringeva e rilasciava le labbra, per poi spostarsi verso il clitoride. Nel frattempo lui si segava con movimenti ampi e lenti; gli piaceva salire fino a ricoprire la cappella per poi scendere e scappellarlo completamente. Con l'altra mano, intanto, si accarezzava i coglioni. A volte si fermava, afferrava il cazzo alla base facendolo svettare per farle apprezzare tutta la sua grandezza ed il suo turgore. Intanto lei, a forza di guardare quel grosso arnese, si stava bagnando sempre di più. Voleva essere penetrata da quel cazzo, ma non poteva, e si infilò quindi, prima uno e poi due dita dentro la figa ormai fradicia. La tensione erotica, in quello scantinato, era ormai alle stelle: era come una corda tesa, ad un passo dal rompersi. L'odore di cantina ormai non c'era più, e c'era invece forte l'odore dei lori sessi eccitati. L'unico rumore era quello ritmico del braccio di lui e dello sciacquettio delle dita che martoriavano quella figa bagnatissima. Si alzò dallo sgabello e si avvicinò alla poltrona. "Possiamo metterci più vicini?". Lei ...
    ... non se lo face ripetere e gli fece spazio. Ma lui salì sopra la poltrona sedendosi sullo schienale. La fece sistemare appoggiandole la testa nel suo ginocchio, in mezzo alle sue gambe. Ora la faccia di lei era proprio vicinissima a quel grosso bastone di carne. Moriva dalla voglia di appoggiarci le labbra, anche solo per un attimo, ma il rischio di rovinare tutto era troppo alto. "Fammi assaggiare le tue dita, ti prego" le disse lui. Fu sorpresa, e allo stesso tempo contenta della richiesta. Si infilò le due dita per bene fino in fondo e gliele porse. Lui le succhiò avidamente, per spremerne tutto il sapore. Ed era un buone sapore. "Ancora, ti prego...". Le intinse ancora e gliele ficcò in bocca. Sentiva la lingua di lui muoversi frenetica per assaporare le dita e raccogliere tutto il succo. E se la immaginò roteare, calda ed umida, proprio tra le labbra della sua fica. "Ne vuoi ancora?" gli disse lei. E alla sua risposta affermativa osò "... e allora perchè non vai direttamente alla fonte?" Lui non se lo fece ripetere due volte, e non aspettava altro, in fondo. Fanculo i patti. Scese dalla poltrona e si inginocchiò di fronte a lei. Le fece sistemare le gambe sopra i braccioli e si tuffò verso quella fica che tanto aveva sognato. Iniziò a solleticarle le labbra con la lingua, dei tocchetti rapidi e furtivi che la mandarono in estasi. Poco dopo passò a delle leccate lunghe, che aprivano le labbra insinuandosi in profondità dentro quel morbido e succulento pertugio, per poi ...