1. melina e le sorelle


    Data: 12/06/2019, Categorie: Etero Autore: lampone, Fonte: RaccontiMilu

    ... riempiva di latte e miele e i miei occhi delle sue abbondanze che uscivano dalla camiciola per la forza delle braccia. Vedere Melina impastare mi lo faceva rizzare all'istante. Le sue mani forti eppure cosi' delicate nel raccogliere l'impasto e il seno quel seno prorompente e tondo. Si intravedeva il capezzolo curioso prendere aria tutte le volte che lei si chinava sul tavolo. Mi guardava, e sorrideva, con il naso imbrattato di farina. Una mattina mi chiese aiuto. Il burro poco ammorbidito rendeva l'impasto poco duttile. Lavati le mani e vieni qui. Ecco, impasta come mi vedi fare ogni mattina. Mi si avvicino' alle spalle e mi mise il grembiule, poi con una rapida giravolta me la ritrovai davanti mentre mi rimboccava le maniche. Era piccola , tonda e burrosa. Un gran bel panetto di burro. Per un attimo appena percettibile mi avvicinai alle sue labbra e la baciai. Non si allontano' , ma non cerco' altro. Gli occhi neri indagarono appena nei miei e ridendo mi disse impasta, tutto e per bene. Si verso' il caffe' sistemandosi all'altro capo del tavolo pronta a godersi lo spettacolo. Capii che a farmelo rizzare non era il gesto dell'impasto, era proprio lei, Melina ! Non riuscivo a smettere di immaginare che sotto di me ci fosse il suo corpo da impastare, modellare, stringere. Si alzo' e venne a controllare l'impasto. Si mise direttamente davanti a me, scivolandomi da sotto l'avambraccio. Pizzico' un pezzo di frolla e lo assaggio'. Ottimo disse ma non fini' la frase, le mie mani ...
    ... strinsero il seno e da dietro il �azzo stava freneticamente cercando di strusciarsi sul �ulo. Melina non disse nulla, adagiò il busto sul tavolo, si tenne al bordo e spinse alto il �ulo. Le rovesciai la veste sulle spalle ed ora in cucina l'odore della fig@ si confondeva con quello di burro. Allargo' le cosce e mi bagnai il naso nel suo umore caldo. Presto due dita scivolarono in lei mentre eccitato continuavo a leccarla. Inizio' ad ondeggiare con un lento movimento come l'incantatore davanti al serpente. In un attimo la riempii di me. Il �ulo tondo, lei abbandonata alle mie forze e a ogni spinta il tavolo sussultava e lei affondava con il seno in un mare di frolla . La �appella strusciava contro le pareti della fig@ , raccogliendo ogni goccia di crema per poi spalmarla nuovamente . Sbatterla sul tavolo di cucina, calda e aromatica. I glutei tondi e polposi che aspettavano soltanto di sentirmi dentro e fuori. Arrossarli di baci dati a cinque dita fu fantastico quasi come sentirla accarezzarsi fino alle contrazioni che mi catturarono il �azzo in una morsa . Ci lasciammo con l'impronta del seno nella frolla ormai morbida . Vai al lavoro mi disse, vai da Fiamma . Uscii stordito da quella cucina, ubriaco di lei e con la �appella rosso fuoco. Mi pulii le labbra impastate di baci e del suo odore per entrare in stalla. Fiamma era alle prese con la mungitura. Ero un ragazzo allora, e come il miei occhi la misero a fuoco ero gia� duro come il marmo. Fiamma aveva legato gli scarmigliati ...