Il paradiso... all'inferno
Data: 14/06/2019,
Categorie:
Etero
Dominazione / BDSM
Autore: iprimipassi
I matrimoni al sud sono, già di per sé, un interminabile incubo. Fin dalla cerimonia, dalla ricerca selvaggia di un parcheggio nei pressi della chiesa. Fin dallo stare stipati nella chiesa stessa. Roba che, a volte, persino i filetti di alici nei boccacci hanno una più ampia libertà di movimento.Ma questo è nulla rispetto alla tortura vera e propria, l�invenzione più sadica che la mente umana potesse partorire: il ricevimento. La ricerca del ristorante sperduto tra le campagne, talmente remoto da causare un esaurimento nervoso al navigatore satellitare. E poi, l�attesa degli sposi: invitati spiaggiati su panche e sedie nella speranza che i piccioncini riescano a liberarsi dalle grinfie del sadico fotografo prima di morire di stenti. La musica, sempre la stessa, dal neomelodico ai balli di gruppo. Il cibo, nomi altisonanti, che neppure la prosa del classicismo greco, per indicare una pietanza che poi si rivela essere mezza foglia d�insalata con un�oliva al centro. Già, il cibo. A palate. Vagonate. Per obnubilare i sensi e abbassare le difese, lasciando campo libero all�azione del Male Assoluto, la personificazione del livello più infimo dell�esistenza: l�animatore. Quello che ti gira intorno col microfono per tutto il tempo, che tenta in ogni modo di trascinarti in pista a ballare su quelle note insopportabili.Puoi uscire, certo. Evadere da quel disagio. Ma per andare dove? Fuori? In giardino? No, perché chi ti ha invitato in quel luogo ha pensato a tutto. Anche di ...
... organizzare quello scempio in piena estate, quando l�afa ti cuoce come un�aragosta in pentola e i raggi del sole ti arrostiscono la pelle riducendoti peggio della bistecca ai ferri che ti serviranno per secondo chiamandola �fantasia suina rimembrante le sconfinate pianure tinte di verde� eccetera eccetera.E allora rinunci all�idea di fuggire da lì prima ancora di varcare la soglia del ristorante. E torni dentro, arreso alla musica assordante, alle urla dell�animatore, ai pizzicotti della prozia di ottavo grado che �Guarda come sei cresciuto! Bravo!�, quasi fosse un tuo merito quello di non avere per sempre sei anni e non il naturale ciclo della vita che si ripete identico per tutti gli esseri viventi da secoli, millenni, eoni.E tutto questo per secondi che sembrano minuti, minuti che sembrano ore, ore che sembrano giorni, il tempo che si dilata sino a sembrare immobile, eterno. Entri in quel luogo col sole alto nel cielo e sai che non ne uscirai finché la luna non si appresterà a calare per far sorgere di nuovo quell�astro incandescente. Un tormento che ha un inizio ben preciso, l�ora e il giorno stampati a caratteri dorati su un biglietto di carta antichizzata, e che ha anche una fine, una liberazione che, però, non ti è dato sapere quando si concretizzerà, portandoti a vivere ore di supplizio nel limbo di un universo ostile oltre l�immaginabile.L�universo nel quale si trovava Lara quel giorno, assieme a un ristretto gruppo di colleghi e a un buon numero di perfetti sconosciuti. Col ...