1. Racconti da un tradimento: tease and denial


    Data: 15/06/2019, Categorie: Tradimenti Autore: single80fe, Fonte: Annunci69

    ... scolpiti. Era bello appoggiarci le mani sopra, per cavalcarlo più forte. Tu non sapresti tenere il ritmo.
    
    È vero, mio marito Luigi non riesce a scoparmi come un vibratore umano. Ma mi fa godere di più, con la sua mente porca. Eppure non glielo dirò, lo eccita troppo pensare al giovane stallone che mi monta.
    
    Con gli umori sulle dita, ora scivolo a massaggiargli ancora il glande, a stuzzicarlo dandogli piccoli colpetti lenti con le dita, lo avvolgo poi con tutta la mano, e masturbo solo il glande umettandolo con i miei umori.
    
    - Ti piace porcello, eh? Ti piace che si seghi mentre mi pensi a cavalcioni sul cazzo di Giancarlo?
    
    Mugola, non è un grado di dire nulla.
    
    - Rispondimi, Luigi, o mi fermo.
    
    - Si, mi piace pensare a quanto sei troia.
    
    - Lo sai che non mi piace sentire quella parola, a meno che non mi stiano montando in quattro.
    
    Gli strizzo appena la pelle alla base del glande, e poi comincio a cospargere i miei umori lungo l’asta, scivolando lentissima con la mano, dalla base, alla punta, dalla cappella, ai testicoli, scivolo, percorro, massaggio, lentissima. So che potrebbe godere già ora, se appoggiassi il pollice al frenulo, glielo sfioro appena, a lui si strozza un respiro in gola, rilascio e gli dò una schiaffetto per far muovere il cazzo sulla punta della mia lingua.
    
    Lo abbandono, ora, alla sua potente e bellissima erezione.
    
    - Ma lo sai che mi piace anche il tuo cazzo, marito mio. Non smetterei mai di segarti mentre mi faccio montare da ...
    ... un toyboy.
    
    Ora lo guardo fisso negli occhi e glielo riprendo in mano. Appoggio le labbra, dopo aver preparato la bocca, piena di saliva. Faccio scivolare un rivolo, e poi abbondo nel farla colare: voglio che la veda e la senta.
    
    Quando ne ho fatta colare abbastanza, dalla base che stringevo, risalgo a punto chiuso con una lentezza esasperante fino alla cappella, al glande che raramente è stato così infuocato per me.
    
    - Ma quanto ti eccita, porco, pensare a Giancarlo che mi riempie la bocca? O ti eccita di più a pensarlo mentre mentre mi fotte a pecora.
    
    - Mentre ti fotte a pecora, Elena, perché così puoi succhiarmi l’uccello. Solo tu mi fai godere con la bocca.
    
    - Ah sì? Solo io? E quanti altri pompini avresti provato ultimamente?
    
    - Una ragazza del sito, lo stesso dove trovi i tuoi toyboy, cara.
    
    Una fitta allo stomaco, non so se sia vero, o falso, credibile o meno. Sono tentata di lasciarlo così a cazzo duro e piantare una scenata.
    
    Non sarebbe giusto, però. Abbiamo deciso di giocare, di raccontare, senza sapere se sia vero o meno.
    
    Rilancio:
    
    - Guarda che io Giancarlo me lo sono fottuta sul serio, non scherzo. - Nel dirlo stringo più forte il suo uccello, voglio fargli male, ma mi trattengo. Lo sento fremere, gemere, sudare mentre vado a mordergli la corona della cappella, facendogli sentire il respiro e il calore della mia bocca.
    
    - Sai, sei… fottutamente… brava - deve fare pause tra le parole, gli ansimi gli accorciano il fiato - ma quella ragazza ...