Ricky e Gino
Data: 15/06/2019,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: Bastino9
... parole ci alzammo quasi contestualmente ed uscimmo, chiamai un taxi e salimmo sempre in silenzio fin quando lui non chiese di riportarlo dove l’avevo incontrato. Scrissi su un pezzo di carta l’ indirizzo e lo passai al tassista; poco dopo l’autista fermò il taxi dinanzi ad un portone. Ricky mi guardò e chiese dove siamo? gli sussurrai: scendi e lui insistette: dove siamo? lo fissai in malo modo e ripetei: scendi ora e subito; finalmente aprì la porta e scese. Mi avviai al portone ed entrai aspettando che lui facesse lo stesso, in ascensore lo vidi agitato e forse timoroso ma non ci fu il tempo per rassicurarlo: l’ascensore era arrivato al piano. Entrammo in casa e come la porta si chiuse presi il suo viso tra le mani e lo baciai con forza. L’eccitazione ci travolse. Ci spogliavamo lasciandoci indietro, sparsi sul pavimento, gli abiti: arrivammo in camera nudi. Ci buttammo sul letto l’uno nelle braccia dell’altro impetuosamente come se in quell’abbraccio avessimo voluto intrecciare i nostri corpi; le nostre bocche si cercavano mordendosi le labbra, le lingue si insinuavano arrivando fino al palato per attorcigliarsi, si liberavano per succhiarsi vicendevolmente con vigore quasi volessero strapparsi l’un l’altra. Eravamo rimasti senza fiato l’abbraccio si era sciolto, adesso ci guardavamo vis à vis. Ricky mi chiese dove era il bagno e si avviò; vedevo in controluce il suo corpo flessuoso con la sua pelle chiara muoversi come se stesse danzando, fisicamente era alto quasi ...
... come me, con i muscoli disegnati con sobrietà: non era palestrato, c’era una meravigliosa proporzione in tutto: tra braccia e tronco, tra gambe e cosce, il suo pene non circonciso di ottime proporzioni ciondolava moscio, ma era il culo una vera opera d’arte: due natiche tonde e sode, divise da un taglio perfetto: ebbi uno spasmo da arrapamento. Tornò per rimettersi supino al mio fianco poi si girò verso di me sussurrandomi nell’orecchio: perché al bar hai fatto lo stronzo? e mi morsicò quasi a sangue il lobo. Mi girai saltandogli addosso provando una sensazione nuova: il contatto della peluria delle mie gambe contro con la sua pelle glabra naturale e setosa; cominciai a schiaffeggiarlo con il mio cazzo ancora moscio, glielo sbattevo sulle labbra fin quando lui non aprì la bocca e cominciò a succhiarlo: divino! aveva ancora la bocca fresca per l’uso del colluttorio. Lui succhiava con maestria e con piacere, me lo scappellava e faceva girare la lingua lungo il prepuzio, lo tirava fuori segandomi l’asta, la riprendeva facendosela arrivare in gola mentre con una mano mi stuzzicava i capezzoli, li torceva, li tirava; era lui che comandava il gioco dandomi un piacere enorme. Quel pompino non finiva mai perché non volevo che finisse anche se avevo le palle gonfie, volevo chiavarlo ancora in gola e volevo godere . Gli misi il cuscino sotto il collo e mi posi dietro la sua testa così cominciai spingere il cazzo sempre più in giù, lo vedevo strabuzzare gli occhi lacrimosi, dalla bocca ...