1. pipì (ed altro) confidenze dal web 4


    Data: 16/06/2019, Categorie: Altro, Autore: robertino48

    ... rabbia della madre, mi suggeriscono che il mio disagio non è finito.Proseguo in ogni caso in quella direzione. Mi sento male, non riesco più a trattenerla. Sempre lì, alla fine dei binari, vedo una porta di accesso a degli ambienti ben illuminati e riservati al personale della stazione. Mi ci fiondo dentro. Oltre il corridoio spero in una scala che porti da qualche parte o in qualcuno a cui chiedere. Apro l�ultima porta e mi ritrovo in un ambiente riscaldato, di accesso a degli ascensori. Il calore attenua la sensazione di dolore. Mi calma un attimo. Poi, tutt�intorno per terra, vedo i corpi distesi di uomini che dormono su dei cartoni. Il mio arrivo li sveglia, i loro occhi scuri mi fissano. Scappo.All�impatto con l�aria fredda dell�esterno, per un attimo penso di abbassare i pantaloni, invidiando un po� l�uomo che in quella circostanza in maniera molto più naturale avrebbe potuto abbassare la cerniera e farla in quell�angolo buio, senza stare a pensarci. Ma decine di persone sono sul binario in attesa del treno per Torino: e mi stanno tutti guardando. Non posso abbassare i pantaloni. è passata quasi mezz�ora da quando ho cominciato a cercare un bagno. Forse solo io riesco a vedere l�acqua calda che sgorga dalle ballerine ai miei piedi e la pozza che a macchia d�olio si sta estendendo intorno a me, partendo silenziosamente da me. Per fortuna indosso un pantalone nero.Nessuno � mi dico � si sta certo accorgendo che me la sono appena fatta addosso. Prendo il telefono, ...
    ... d�istinto: non per chiamare aiuto, ma per nascondere l�imbarazzo. Inizio a capire che in quello stato non posso più andare da nessuna parte: né prendere la metro, né tantomeno un taxi. Lo imbratterei irrimediabilmente. Con tutta la naturalezza e l�eleganza che mi sono possibili, vado verso l�uscita come se nulla fosse accaduto. Chiamo casa, chiedo aiuto al mio compagno, per fortuna a quell�ora già rientrato dal lavoro, accorgendomi che quella richiesta mi stava generando non meno imbarazzo. �Per favore vienimi a prendere! Porta con te un telo grande della doccia, un pantalone e dei sandali di ricambio. Me la sono appena fatta addosso!�.Arriva più in fretta che può. In quei lunghi istanti di attesa ho potuto osservare con attenzione i tratti di quella indecente stazione ferroviaria, nel pieno centro della Milano all�avanguardia. Nessuno sembra accorgersi di me, la stazione è ancora gremita, e questo mi conforta. Un extracomunitario, seduto su una panchina, è l�unico che sembra esser realmente presente in quella stazione. Non ha mai smesso di fissarmi per tutto il tempo, riconoscendo in me un disagio forse ben noto a persone come lui. Ne ho volutamente evitato lo sguardo. Passa allora un ferroviere, lo fermo, gli chiedo dove sia un bagno. Forse sono ancora a tempo per provare ad asciugarmi un po�, smettere di sgocciolare dai pantaloni e di produrre rumore di pozzanghera coi piedi. �è inutile cercarlo qui�, dice. �Sono dieci anni che faccio notare all�amministrazione che i bagni ...
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