1. La signorina Giada


    Data: 24/06/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Lesbo Autore: esperia

    ... principe arabo che mi catturava con un solo movimento del braccio senza nemmeno arrestare il suo cavallo al galoppo, mi trascinava nella sua tenda nel deserto, mi gettava a terra sopra i lussuosi tappeti persiani, mi prendeva con forza e determinazione, soggiogandomi con la potenza delle sua mascolinità prorompente.Di solito venivo quando si toglieva la veste davanti a me, nuda, indifesa, esposta, col suo enorme cazzo svettante e prepotente.Ma mi accorsi presto che dopo una settimana o poco più la fantasia diventava routine e non serviva più a eccitarmi al punto di venire. Così dovevo continuamente modificarla per seguire le libidini che prendevano corpo nella mia testa.Dopo l'arabo ci fu il camionista anziano, sporco e sudato, in canottiera, che mi strappava i vestiti di dosso e mi scopava con furia senza minimamente curarsi di me e dei miei desideri, palpandomi le tette con le mani sporche di grasso.Poi ci fu il mafioso che mi teneva legata a una sedia e mi carezzava i seni con indifferenza.Il mafioso si trasformò presto nel poliziotto che mi teneva ammanettata che mi penetrava da dietro col suo sfollagente.E fu la volta del pappone di cui ero una delle puttane, che entrava in una stanza nella quale mi trovava legata al letto con le gambe aperte e che mi scopava o mi sodomizzava con tutta la calma del mondo e l'atteggiamento di chi sta facendo un lavoro fastidioso. Lo immaginavo di mezza età, meridionale, con una camicia bianca aperta, uno stecchino tra i denti e una catena ...
    ... d'oro al collo, gli occhiali da sole e un'espressione annoiata.Questa fantasia si accompagnò presto a una variante: il pappone entrava nella stanza con un'altra della sue laide puttane fatta e strafatta, con il trucco che colava sulla sua faccia, appoggiata alla sua spalla. Una delle spalline del suo quasi inesistente vestito le cadeva scoprendo una tettina che lei non si preoccupava di ricoprire.La volta successiva l'immagine della ragazza prese autonomia.Ora era lei a tenermi le gambe aperte.Mi scostava le grandi labbra o le natiche per un accesso più facile per il nostro pappone. E l'immagine di quelle mani femminili con le unghie dipinte di rosso piantate nelle grandi labbra della mia fica depilata non mi abbandonò più (io a quel tempo non ero depilata nella realtà, ma invece lo ero nella fantasia).Poi la figura del pappone perse spessore e si ritirò sullo sfondo, mentre la protagonista dei miei voli onirici e masturbatori divenne sempre più la donna, ora non più puttana ma dominatrice, che con un frustino in mano alternava la scudisciate sul mio culo esposto, alla penetrazione con dildo o dita nei miei orifizi.La figura della dominatrice nella mia testa prese contorni più definiti mano a mano che passavano le settimane, garantendomi sempre potenti orgasmi che non accennavano a perdere intensità. I suoi capelli da biondi divennero neri, i suoi occhi più penetranti, l'età cominciò a scendere: dapprima cinquanta, poi trenta, poi venticinque. Poi una teenager, dallo sguardo ...
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