1. Così impari a...


    Data: 24/06/2019, Categorie: Etero Autore: Animaerrante

    ... quattro zampe e la prospettiva mi piace a tal punto che inizio ad ansimare e mi bagno copiosamente: sono completamente abbandonata al volere del suo corpo. Lui, imperterrito, inclina il bacino di qualche grado e punta sempre più, aprendosi una nuova strada dentro di me.
    
    -Maledetto bastardo-
    
    All’ennesimo colpo ben centrato, non gli resisto più, mi parte un urlo inutilmente soffocato dalla sua mano che dà il via allo sfogo dei miei umori. Tanti piccoli rigoli lattiginosi scendono dal mio fiore e innaffiano prima il suo uccello che non sembra darsi pace, poi lo scroto e la sua pancia e infine il letto. Lui accusa il colpo, mi conficca le unghie nelle cosce e finalmente rallenta il ritmo. È giunta l’ora di agire. Recuperando le poche energie rimaste, faccio leva sulle gambe e mi libero dalla presa alzandomi giusto di quel poco che mi permette di mantenere comunque dentro di me una piccola parte di lui e, contemporaneamente, di girare su me stessa di 180 gradi.
    
    Lui è immobile, forse terrorizzato da quel che è appena successo, con una pazza accovacciata sopra di lui che tiene in ostaggio il suo giocattolo. Ora non lo vedo più, lo sento solo e posso vedere le sue gambe piegate sparire verso il pavimento alla fine del letto. Improvvisamente una sua mano in mezzo alle cosce, mi riporta alla realtà. Alzo lo sguardo e mi ritrovo io, riflessa nello specchio. Mi scappa un ghigno di compiacimento e, senza levarmi gli occhi di dosso, affondo il colpo: mi riempio di nuovo di lui. ...
    ... Sul volto mi si disegna una smorfia che mi fa spalancare la bocca come se qualcuno mi stesse dilaniando, ma il gemito arriva da dietro.
    
    -Uno pari, palla al centro-
    
    Passo qualche decina di secondi ad ambientarmi alla nuova posizione facendo dei piccoli movimenti concentrici attorno al suo joystick. Poi punto i piedi sulla parte rigida in fondo al letto, inarco la schiena e appoggio i palmi delle mani rispettivamente a destra e a sinistra del suo petto. In questo modo, sfruttando la forza delle gambe e grazie alla libertà di movimento del bacino, riesco a prenderlo più in profondità e a riprodurre in modo più completo quel movimento che lo manda fuori di testa. Davanti a me ci sono sempre io, con le gambe ben aperte che vado avanti e indietro giocando a far sparire il suo uccello dentro di me. Nel frattempo lui ansima, mi prende per i polsi e stringe ogni volta che raggiungo la parte finale del movimento, quando lui è completamente fagocitato dal mio fiore.
    
    Non ho alcuna fretta e adoro godermi questo momento.
    
    Passano alcuni minuti, il mio corpo ora è completamente imperlato di sudore e nel frattempo la sua mano destra è passata a torturarmi il capezzolo. È la famosa goccia che fa traboccare il vaso. Cambio il ritmo e do libero sfogo al mio istinto animale che troppe volte ho represso. Non arrivo a contare fino a 5 che lo sento crescere dentro di me, pulsa talmente tanto da vibrare e la presa sul polso è così stretta da non farmi circolare il sangue. Un ultimo affondo ...