1. Il poker è anche un gioco/ 4 – la disfatta


    Data: 25/06/2019, Categorie: Sesso di Gruppo Autore: Honeymark

    Passò un mese prima che ci trovassimo ancora a giocare a poker in due “col morto”, con la moglie come posta di Franco, mentre la mia posta era invece di mille euro in contanti: finiti quelli era finita anche la partita. Da parte sua la partita finiva nel momento in venivo con sua moglie Elena. Ovviamente potevamo fermarci anche prima, ma eravamo abbastanza assatanati.
    
    Francamente io avrei giocato tutte le settimane, ma c’erano delle controindicazioni. La prima era una questione di soldi. Posso permettermelo, sia ben chiaro, ma se, per assurdo, avessi perso mille euro a volta, non sarebbe stato più così divertente. Alla fin dei conto, il poker è anche un gioco.
    
    La seconda stava nel pericolo di assuefazione o per così dire di “inflazione”. Se, per assurdo, avessi montato sua moglie tutte le settimane, mi sarei stufato presto. Alla fin dei conti, il nostro poker non era solo un gioco.
    
    Quindi eccoci nuovamente al tavolo da gioco a due col morto, cioè con le carte anche per una terza persona immaginaria, allo scopo di scompaginare il mazzo.
    
    Sua moglie non giocava. Stava a disposizione, mi sarei preso di lei quello che vincevo.
    
    Come le altre volte misi il chip di un dollaro e diedi le carte. Nessuno aprì.
    
    Poi diede lui le carte e la moglie venne da me a farsi palpare il culo: era questo il suo «chip». E francamente, anche se non l’ho mai fatto a una donna senza permesso, palpare il culo è una delle cose che amo di più dai tempi delle scuole superiori. Lei lo ...
    ... sapeva e indugiava apposta per eccitarmi e nel contempo deconcentrarmi.
    
    Mi era entrata una scala minima e mi dichiarai servito.
    
    Lui si diede una carta.
    
    - Passo, – gli dissi.
    
    Se non aveva niente passava anche lui, quindi non cambiava niente. Ma se aveva gioco puntava e sarebbe diventato interessante.
    
    - Punto la gonna di mia moglie, – disse. – Se vuoi «vedere», devi mettere 50 euro.
    
    Non era poco per la gonna.
    
    - No, – obiettai. – Per 50 dollari voglio anche la camicetta.
    
    - Va bene spilorcio.
    
    Purtroppo però a quel punto sapevo di non aver un buon gioco, ammesso che gli fosse entrato qualcosa. Ma avevo capito che, quando ci giocavamo sua moglie contro soldi, non bluffava mai.
    
    Quindi gli era entrato qualcosa e la mia scala era minima. Ma non potevo comunque andarmene con una scala.
    
    - Vedo. – Dissi a malincuore.
    
    Mise giù le carte. Aveva un full e si prese i 50 euro.
    
    Riuscii a togliere la gonna a Elena solo dopo qualche mano, e poco dopo anche la camicetta. Vederla in mutande, calze e reggiseno mi era costato perdite per 150 euro. Comunque lei valeva questo e altro. Il solo pagamento del chip senza la sottana era un bocconcino da favola.
    
    Decisi di impegnarmi di più. Volevo fotterla.
    
    Il gioco importante si presentò a metà serata. Mi era venuta in mano una scala reale mancata, ma bilaterale. Cioè poteva entrarmi la carta mancante a valle o a monte. Mantenni la calma e lasciai che lui facesse il suo gioco.
    
    - Una carta, – disse.
    
    Gliela ...
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