Amici d'infanzia
Data: 29/06/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Luketto
... perdere l'idea di alzare le tapparelle (che sempre teneva chiuse per non far entrare animali o sguardi indiscreti in casa) e nel momento in cui la porta si chiuse afferrò il ragazzo per la maglietta, con forza e lo spinse contro il muro del corridoio.Sapeva che poteva farlo. In quel momento lei sapeva benissimo cosa poteva e cosa non poteva fare, cosa avrebbe fatto e cosa lui avrebbe voluto che lei facesse... ma sopratutto lei sapeva cosa ardentemente desiderava fare.L'eccitazione; voleva sentire l'eccitazione di lui; il suo fiato, come un soffio caldo sul collo, palesava oramai desideri e voglie, che nemmeno lontanamente potevano ora esser confusi con un affanno di fatica dovuto alle scale.Mentre si lasciava circondare dalle sue forti braccia, tenendo la testa appoggiata su una spalla per sentire il suo respiro rabbrividirgli il collo, scese con le manine direttamente sulle sue cosce e carezzandone i muscoli contratti da una gamba all'altra, passò con la mano sul membro, che riuscì a sentire pulsante sotto le sue dita.Sì... una sfera di calore in espansione la colse nel basso ventre e le formicolò per alcuni secondi l'interno del corpo, scaturendo all'esterno solo con un piccolo tremolo ma iniziando a bagnare d'eccitazione la sua intimità.Le scappò un ansimo non voluto quando, nello stesso attimo, lui le passò la mano massaggiandole e stringendole il seno.Decise che doveva trattenersi. Si sarebbe volentieri svestita, denudato lui ed unito i due sessi con fretta e violenza ...
... per esplodere in un orgasmo che sentiva vicino... stranamente vicino per aver solo appena conosciuto di striscio l'erezione del compagno.Ma volle trattenersi per provare, e far provare all'amico, gioie più profonde ed elaborate... quindi lo respinse, lo afferrò e lo rispinse, continuò una terza volta ma sempre fissandolo con gli occhi e il sorriso cattivo di chi stando zitto ti dice: Ti voglio!Alla terza spinta sbattè contro il muro della camera, fingendo eccessivamente remissività e debolezza.Lei si abbassò subito e tolse con lestezza i pantaloni della tuta.Scoprì quindi l'arnese che, colpa l'erezione, fuoriusciva dai boxer, avendone già bagnato alcune parti.Tolse anche l'ultimo intralcio e prese in mano il pene del ragazzo. Lo osservò bene, gustandone forma e dimensioni. Ne constatò la “lubrificazione” ma con la lingua lo pulì minuziosamente assaporando il gusto sempre uguale ma sempre diverso dei liquidi maschili.Tenendolo con forza nella mano fece rientrare la cappella, poi di nuovo fuori, e dentro, e fuori, e continuò per alcuni istanti a masturbarlo così, finché non raggiunse il massimo della grossezza e rigidità... quindi lo fece sparire dentro di sé.Alcuni sussulti dell'uccello tradirono il godimento che provò nel sentire la bocca calda di lei circondarlo ed accoglierlo in quel dolce antro di piacere.Mentre la lingua lo massaggiava sapientemente inondandolo di saliva, le labbra, strette in un dolce morso senza denti, lo percorrevano su tutta la sua lunghezza.Lei poteva ...