1. La notte in cui andai all'inferno e non ritornai piu


    Data: 30/06/2019, Categorie: Sentimentali Autore: Alessiuccio, Fonte: EroticiRacconti

    Era una notte di ferragosto, guardai il cielo ed era bellissimo, le stelle così luminose che brillavano nei miei occhi pieni di gioia e di felicità. La luna piena, così grande che sembrava si potesse toccare. Avevo trovato colei che potesse dare un senso alla mia vita così buia, trasparente, colma di tristezza e senso di vuoto. Mi sentii abbracciare da dietro e arrossii sentendo il suo enorme seno poggiare su di me. Non le avevo mai chiesto quale fosse la sua taglia, forse era una quinta o una quarta, ma di certo non passavano inosservate. Quando andavamo insieme a passeggiare, lei aveva una maglietta scollata, il suo ombelico così bello e le sue maniglie d'amore oddio quanto erano belle, tutti la guardavano, il mio cuore ogni volta sobbalzava, lo stomaco si chiudeva, il respiro si faceva più affannoso, ma le tenevo la mano, gliela stringevo per farle capire la mia paura. Lei mi conosceva fin troppo bene. Mi guardo' e mi disse: "tranquillo nessuno mi toccherà se non tu, questo seno gli altri lo potranno solo guardare, ma quello che ci giocherà, lo lecchera', lo succhiera' sei solamente e solo tu". Pensando a cosa successe quel giorno mi eccitai, succedeva raramente, ma con lei a fianco anche io non riuscivo a trattenere i miei istinti da uomo. Eravamo nel balcone di casa, soli, lei capii subito dal mio silenzio che non riuscivo a parlare, me lo tocco' delicatamente sopra ai pantaloni e con la sua mano fatata, perfetta, liscia, profumata mi disse: tranquillo stasera ti porterò ...
    ... con me in un posto dove non sei stato mai e capirai che essere puri non è un motivo per essere orgogliosi. Acconsentii cercando di non venire subito e far capire che ero un uomo forte e non debole, anche se lei già lo sapeva, ma l'orgoglio era troppo forte. Ci andammo a vestire, io ero vestito normale, una camicia stretta, pantaloncini e delle infradito. Appena finii di sistemarmi la aspettai all'entrata, sapendo che ci stava molto per prepararsi, non le misi fretta, non vedevo l'ora di sapere cosa stesse architettando. Sentii dei passi da lontano, era lei, il suo profumo era fortissimo. Mi girai e la vidi, era bellissima, quei occhi marroni che mi trafiggevano il cuore ogni volta che incrociavo il suo sguardo. Era come stessi vivendo un sogno, un sogno di cui non volevo più risvegliarmi. Si avvicinò piano piano e la guardai, aveva una gonna corta, una magliettina che le arrivava proprio sotto il seno, e delle infradito. " Vieni con me amore", mi disse con voce sospetta. Acconsentii. Chiusi la porta e la vidi andare in macchina, il suo sedere sembrava il tragitto di una gara di Formula 1, grande, ma di una perfezione unica, carnosa come piaceva a me. Non potevo chiedere nient altro che avere lei al suo fianco. Entrammo in macchina, lei volle guidare. Io non le toglievo gli occhi di dosso. Sembrava come se volesse in qualche modo provocarmi, si mordeva le labbra, la vedevo. Quel silenzio era colmo di 1000 parole. Una continua conversazione fra me e lei che sembrava non finire ...
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