1. La lepre pazza - 3° capitolo - viaggio a n.york


    Data: 01/07/2019, Categorie: Lesbo Autore: Samuela

    ... radunando nel bagaglio a mano alcune riviste.-
    
    Era ancora giorno quando atterrammo.- Ci fu il solito applauso dei viaggiatori al comandante, poi passato il “check point” del controllo passaporti e poi quello dei bagagli, con un taxi dal Kennedy Airport mi feci condurre a Manhattan.- Scesi allo Stay Smart N.Y.C. Hotel, dove precedentemente avevo prenotato un piccolo appartamento a pochi passi dalla 5^ Avenue.- Presi possesso dell’alloggio, feci una doccia, scesi a cenare e, stanca morta, mi buttai sul letto.- Non dormii subito, cominciai a pensare a come mi sarei mossa in quella città considerata, a torto o a ragione, il centro del mondo.- Avevo solo il numero telefonico del cugino di una mia collega di Firenze, il quale insegnava nello Stato di New York in una scuola di metodo Freinet.- Mi sentivo come all’inizio del sogno: un’esploratrice di un mondo che non conoscevo.- Poi il leggero ronzio dell’aria condizionata e il torpore della stanchezza ebbero il sopravvento facendomi cadere in un sonno profondo alle ottodi sera: in Italia erano già le una della notte.-
    
    Quando mi svegliai la mattina seguente, oltre che riposata, ero felice, libera, tranquilla.- Pensai subito di telefonare in Italia per comunicare il mio arrivo, scelsi la zia Adele (i rapporti con mia madre si erano definitivamente guastati).- Avuta la linea, composi il numero e, dopo pochi istanti, mia zia, con i suoi gridolini immancabili, mi rispose gioiosa.- Conversammo qualche minuto poi la salutai al ...
    ... che mi gridò: - …..Gioia, tesoro………..goditi tutto di questo viaggio……non ti fare mancare niente! Si vive una volta sola!...Ti bacio tanto…..dappertutto….Ciaoo!...-
    
    Amavo mia zia e negli anni non avevo mai rinunciato a dormire qualche volta con lei con reciproco…..godimento.- Allungata nel letto, dall’inequivocabile ed imprecisato odore di albergo, lasciai correre i miei pensieri: alla zia, al sogno e, nuda com’ero, il mio braccio destro si allungò sul mio ventre liscio e con un brivido cominciai ad accarezzarmi tra le cosce.- Mi accompagnava sempre in quei momenti l’immagine di mia zia lascivamente titillante con la sua lingua il mio clitoride che, ora, sotto le mie dita già stava procurandomi quelle soavi contrazioni, anticamera del mio prossimo godimento.- Insistei con le mani aprendo la vulva e muovendo, con forza delicata, le dita introdotte nell’umido recesso .-L’atmosfera impersonale ed ignota dell’hotel orientò le mie fantasie erotiche sul sogno che avevo fatto in aereo.- Immaginai la creola con il corpo giovanissimo sgusciante fra le mie cosce, la sua lingua folle ed appuntita sul mio clitoride, i morsi dei suoi bianchissimi denti alle piccole labbra della mia fica grondante di miele.- Muovevo il bacino andando incontro alle dita oramai padrone del mio sesso quando………venni,….venni in un’esplosione di un piacere quasi rabbioso e sconvolgente tanto che bagnai copiosamente le lenzuola.- Ristetti immobile alcuni minuti, poi mi decisi a darmi una doccia ed iniziare la ...