1. Prestato alla padrona trans


    Data: 02/07/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Deadpool80, Fonte: EroticiRacconti

    Questa è la continuazione della serie "padrona di masturbazione anale". La padrona mi disse di prendermi una settimana di riposo e tornare in sabato successivo. Il relax fu presto compromesso dalla frustrazione per essere stato trascurato. Il sabato successivo tornai alla casa, fui preso in consegna, spogliato lavato e depilato. Poi ammanettato dietro la schiena e portato in sala. C'era la padrona e altri tre come me. "ne ho troppi di voi, uno sarà ceduto a una mia amica. Come sempre potete andarvene PER SEMPRE o accettare. A vostro rischio." Entrò allora una donna molto alta e muscolosa, truccatissima e con un seno evidentemente rifatto. Di carnagione mulatta, con un vestito chiaro molto corto e tacchi alti. Ci passò in rassegna, sarebbe stata più alta di me anche senza tacchi. Poi iniziò a esaminarci senza toccarci ma chiedeva alla solita schiava cosa voleva. Quando toccò a me fui fatto girare, piegare in avanti e la schiava su sua indicazione mi infilò due dita nel culo tentando di allargare il più possibile. Poi mi fece rimettere in piedi e stavolta fu lei di persona a infilarmi due dita in bocca con tanto di unghie finte e ordinando di simulare un pompino. Fui molto attento a non farmi male ed eseguii. Quindi ordinò alla schiava di masturbarmi fino a farmi sborrare. Venni dopo pochi minuti. Gli altri erano stati scartati quasi subito, con me si divertiva. Mi ordinò di mettermi in ginocchio, poi di fronte a me sollevò la gonna e dallo slip tirò fuori un cazzo che sembrava ...
    ... già enorme da flaccido e ripiegato. Era così alta che da dove ero arrivavo solamente alla punta. Senza che mi dicesse nulla lo presi in bocca succhiando il prepuzio e aspettando che si scoprisse la cappella con l'erezione. Mi fermò prima ridendo per la prima volta "...sennò non riesco più a metterlo via!" Scelse me e fui prestato a lei. Mi vestii e andai via in auto con lei. Mi spiegò che le serviva uno schiavo e che "ci saremmo divertiti". La prima tappa fu al centro commerciale. Guardandola meglio si notava che era un trans per il fisico, il pomo d'adamo e la voce. Per non parlare delle mani. Appena scesi mi passò una specie di ovulo, dovevo andare in bagno e metterlo nel culo. Quando uscii mi spiegò che quello era il mio guinzaglio. Era un vibratore che controllava tramite il cellulare. Fece una prova, sentii prima una leggera vibrazione sempre più intensa fino a una botta fortissima per un secondo che quasi mi fece piegare. Inutile dire che ci guardavano tutti. Sembravo il suo assistente personale mentre faceva shopping di vestiti. A seconda del luogo in cui eravamo accendeva, spegneva o variava la velocità. All'interno del negozio di intimo, in cui commesse e clienti erano solo donne decise di mettere al massimo la velocità. L'ovulo mi stava stimolando in maniera violenta la prostata, ebbi una erezione di riflesso. Per nasconderla mi piegai in avanti con le mani sulla pancia. Lei disse a voce leggermente più alta "povero caro stai male?" risposi "sì la pancia..." "oh... ...
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