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Una signora perbene
Data: 04/07/2019, Categorie: Tradimenti Autore: provocatore85
... perbene si espresse così esplicitamente. Era il segnale che aspettavo, volevo chiavarla e decisi di agire. Uscì dalla chat senza salutarla e mi recai sotto casa. Grazie al fatto che usava il suono nome e cognome come indirizzo email trovai subito la targhetta del citofono e raggiunsi velocemente la porta dell’appartamento visto che il portone era socchiuso. Avevo il cuore in gola ma mi feci coraggio e suonai il campanello della porta. M. aprì la porta e sbiancò... non riuscì ad apostrofare nemmeno una parola per qualche attimo ma poi si ravvide e mi tirò dentro casa. Era davvero bella nella sua semplicità…indossava una maglietta larga bianca sotto la quale si intravedevano i capezzoli irti e le grosse aureole che disegnavano larghi cerchi sulle abbondanti mammelle, aveva una lunga gonna blu larga ed era scalza. Rimasi ad ammirarla col cazzo che si era drizzato di nuovo alla vista delle sue belle tette, ma lei ebbe una reazione che non mi aspettavo. Si arrabbiò tantissimo…mi disse che non avrei mai dovuto permettermi di bussare alla sua porta e che mai più avrei dovuto cercarla sia dal vivo che in chat. Era arrabbiata e preoccupata che qualcuno mi avesse visto sul pianerottolo….nel palazzo si conoscevano tutti e come in molti condomini ognuno conosce tutto degli altri. Come avrebbe potuto giustificare la mia presenza alle altre persone? E come poteva M. farmi uscire da casa senza che nessuno mi notasse? Era davvero nel panico e a nulla servì il mio tentativo di calmarla e di ...
... tranquillizzarla dicendole che nessuno mi aveva visto entrare. M. camminava nervosamente dentro casa e anche se la situazione non si fosse messa come speravo il sobbalzare delle sue mammelle mi aveva fatto diventare il cazzo durissimo. In quel momento però squillò il suo cellulare…mi disse, fucilandomi con gli occhi, che era suo marito e che doveva rispondere. Si sedette in poltrona per cercare di calmarsi e rispose al cellulare schiarendosi la voce. Sorprendentemente il suo tono divenne improvvisamente calmo e rilassato, parlava con suo marito con una spudorata tranquillità che mi lasciò stupito…stupito e sempre più arrapato. Decisi che dovevo sfruttare l’attimo e mi avvicinai alla poltrona sulla quale era seduta; M. mi guardò con gli occhi di fuoco ma mi sedetti ugualmente accanto a lei poggiandole le mani sulle spalle come a tranquillizzarla. Il contatto la rilassò, era sempre incazzata ma il fatto che stesse parlando a telefono con suo marito e doveva forzatamente rimanere tranquilla favorì le mie avances. Iniziai a massaggiarle il collo e le spalle sfiorandole i capezzoli di nuovo duri…lei oppose una minima resistenza e la sua espressione sul viso era più serena e compiacente. A quel punto incominciai a palparle le tette avvinghiandola e intrufolando sfacciatamente le mie mani sotto la maglietta, M. cercò di divincolarsi ma in maniera poco convinta, infatti abbassò completamente le difese e mordicchiandosi il labbro inferiore mi lasciò, di fatto, la strada spianata. Era ...