1. Una serata al cinema


    Data: 06/07/2019, Categorie: Etero Autore: Elena Anele

    Mi chiamo Elena, ho 40 anni e sono sposata con un uomo che ne ha dieci più di me. Vivo in una grande casa dove spesso mi ritrovo sola per via dei suoi lunghi viaggi di lavoro. I nostri figli (da me partoriti in età adolescenziale) vivono all'estero per via degli studi e le stanze che un tempo erano riempite dalla loro presenza sono ora tristemente vuote. Ho numerosi hobbies come pittura, lettura, il decoupage ma soprattutto amo andare al cinema. Mi piace soprattutto in compagnìa ma, sempre più spesso, mi reco sola alle proiezioni per via degli impegni di mio marito Paolo o delle mie amiche. Poi mi diverto, tornando a casa a ripensare a ciò che ho visto, ai contenuti del film, alle scene suggestive, ai passaggi più coinvolgenti, finché (rilassata) mi addormento (sola) nel grande letto matrimoniale. La storia che sto per raccontarvi accadde circa un anno fa, periodo durante il quale io e Paolo assumemmo un ragazzo perché si occupasse del nostro giardino alberato e del grande prato fiorito. In quei giorni, mio marito stava preparando una trasferta a Copenaghen che lo avrebbe allontanato per tutta la settimana. Era sempre molto in apprensione prima della partenza. Ancora oggi non ama lasciarmi sola. Si preoccupa sempre per la mia sicurezza, nonostante i costosi sistemi di allarme che promettono di "proteggere" la nostra casa, e non riesce a nascondere anche un po' di gelosia. Come dicevo, lui ha 50 anni ed è oggettivamente un bell'uomo ma nota sempre molte (troppe a suo dire) ...
    ... attenzioni maschili nei miei confronti. Del resto ho sempre cercato di non trascurare il mio aspetto. Ho lunghi capelli castani e occhi che sfumano da castano a verde chiaro. Non sono alta, ma sono ben proporzionata. Ho fianchi snelli, porto la terza di reggiseno e un fondoschiena oggetto di numerosi apprezzamenti. Tuttavia, da quando esiste la tecnologia, riusciamo a contattarci spesso anche da molto lontano e questa componente ha finito per rasserenarlo. Ci salutammo un sabato mattina. Lo accompagnai all'aeroporto che stava albeggiando. Avrebbe fatto scalo in Germania e proseguito verso la Danimarca. Tornai a casa spossata e decisi (visto che era iniziato il week-end) di recuperare il sonno interrotto e infilarmi nuovamente nel letto. Stavo dormendo da circa mezz'ora quando il suono del campanello mi destò. Al videocitofono riconobbi il "nostro" giovane giardiniere. Gli ricordai che era sabato e non avevo faccende da sbrigare in giardino. Lui si scusò ripetutamente per il disturbo e disse che era passato per recuperare un orologio che ricordava di aver lasciato nel disimpegno del capanno degli attrezzi. Mi rivestii in fretta (un po' seccata), aprii il cancello e scesi col mazzo di chiavi. Mi ero infilata un paio di leggins e, senza perder tempo a rimettermi il reggiseno, avevo indossato la giacchetta di una tuta. Lo avevo fatto in tutta fretta, lasciando distrattamente la lampo abbassata fino alla curva del seno. Appena mi trovai di fronte ad Andrea (così si chiama), il suo ...
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