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Una serata al cinema
Data: 06/07/2019, Categorie: Etero Autore: Elena Anele
... era Andrea, il nostro aiutante giardiniere. Abitiamo in una città non molto grande ma restai sorpresa: era una curiosa coincidenza. Calò improvvisamente il mio interesse per il film e iniziai furtivamente a osservare i due innamorati che intrecciavano con trasporto le loro lingue, pervasa da una sensazione di calore avvolgente. Le "evoluzioni" dei due ragazzi si fecero audaci. Lui le fece scivolare la mano sui seni e, dalla mia prospettiva, potevo solo immaginare cosa stesse accadendo fra le gambe della ragazza visto che sentivo le mie mutandine bagnate di umori. Persi il controllo. Allargai le cosce e iniziai ad accarezzarmi lì, sulla poltrona del cinema, cercando di non agitarmi troppo per non fare scricchiolare la finta pelle del rivestimento. Con la punta dei piedi feci leva sui talloni e mi tolsi le scarpe. Appoggiai i piedi allo schienale avanti al mio. Ero quasi sdraiata. La mia mano massaggiò per un paio di minuti le mutandine poi le scostò di lato trovando il clitoride. Chiusi gli occhi e pensai ad Andrea, a petto nudo, mentre rasava il nostro prato sotto il caldo sole primaverile. Immagine che non avevo trovato eccitante allora ma che, in quel momento, alimentava il fuoco come paglia gettata in un caminetto acceso. Quel ragazzo aveva l'età di mio figlio ma in quel momento era il mio Dio greco. Era Adone e io Afrodite. La mia mano scavava ormai in profondità dentro di me. Sentivo due dita agitarsi e darmi piacere nel ventre. Le muovevo sempre più velocemente e ...
... spingevo sempre più giù. Sollevai la gonna completamente e le mie natiche poggiarono direttamente sulla fodera del cuscino. Con l'altra mano strinsi forte i miei seni, in preda alle fiamme brucianti del desiderio sessuale. Volevo essere posseduta. Sentire un maschio dentro di me. Mentre sentivo i muscoli irrigidirsi e il corpo prepararsi all'orgasmo, vidi la ragazza alzarsi e allontanarsi (probabilmente diretta alla toilette). Ero eccitata da morire e avevo la razionalità completamente "ubriacata" dal piacere. Mi alzai scalza e discreta e scivolai nella fila davanti, al suo fianco. Lui si girò, mi riconobbe e sgranò gli occhi come se avesse visto un fantasma. Misi l'indice sulle sue labbra per farlo tacere. Mi inginocchiai e iniziai a sbottonargli i pantaloni. La sua amichetta lo aveva preparato bene. Era duro come una colonna di marmo. Estrassi il suo notevole attrezzo, lo baciai e lo feci affondare dentro la mia bocca fino all'ugola. Succhiai e ripassai con la lingua ogni millimetro di quel caldissimo palo. Lui non oppose la minima resistenza. Probabilmente non aspettava altro dalla mattina. Pensai che con tutta probabilità si era masturbato pensando alla mia scollatura. Ora lo volevo dentro di me, mi misi a cavalcioni dandogli la schiena e lo "calzai" con foga. Andavo su e giù carezzandomi contemporaneamente il iclitoride. Era stupendo. Il suo "palo" scivolava dentro di me come se avessi le pareti fatte di burro caldo. Mi piaceva da impazzire. Erano anni che mio marito non aveva ...