Trasferta di lavoro
Data: 07/07/2019,
Categorie:
Etero
Autore: Ian Deel
Ero incavolato nero. Per l'ennesima volta mandavano me per togliere le castagne dal fuoco a un capetto che, come spesso accadeva, non era all'altezza per certi lavori. Questa volta però oltre al danno la beffa. Il mio capo aveva deciso di affiancarmi una giovane neolaureata alle prime armi che a detta sua era:"Brava, seria e preparata."Il pensiero di stare una settimana lontano da casa a farmi un mazzo tanto per l'avviamento di quell'impianto, senza un valido aiuto e anzi con una palla al piede come quella ragazza, mi faceva montare il sangue alla testa. Ma non avevo scelta.Passai a prenderla a casa sua al mattino molto presto: dovevamo fare un viaggio di quasi quattrocento chilometri e volevo evitare traffico e code.Durante le ore che passammo in viaggio iniziai a spiegarle che cosa c' era da fare, come doveva essere fatto e che tempi avevo in mente per terminare le operazioni. Lei era eccitatissima per il fatto che per la prima volta faceva una attività di quel tipo:"Ho studiato cinque anni per questo e ora finalmente posso mettermi alla prova." disse e poi soggiunse:"E poi ho la fortuna di fare quest'esperienza con te che so essere il migliore in azienda."Le detti un'occhiata e sorrisi tra me e me pensando che mi stava sviolinando per ingraziarsi le mie attenzioni."No, non sono il migliore ma un po' di esperienza, è vero, ce l'ho."Arrivammo al cantiere a metà mattina e cercai di perdere meno tempo possibile prima di cominciare il lavoro vero e proprio. Scarpe ...
... antinfortunistiche, elmetto, disegni attrezzi e via, all'opera.La giornata fu lunga e faticosa e la ragazza si impegnò al massimo e a sera era stravolta, tutta sudata e impolverata come non so cosa ma euforica e felice."Ho imparato un sacco di cose con te oggi, grazie." mi disse mentre si toglieva le scarpe antinfortunistiche per rimettersi quella da ginnastica per andare in albergo. La guardavo e pensavo che non era certo quel che si dice una bella figa ma in fondo era simpatica.Andammo all'hotel dove avevamo le camere prenotate."Allora doccia, e poi cena qui in hotel, d'accordo?" le dissi con un tono quasi di comando."Agli ordini!" rispose lei facendo il saluto militare.Prese la valigia e salì le scale, aveva la camera al primo piano, e mentre la guardavo salire pensai:"Però, ha un bel culetto, la ragazza."Come immaginavo quando scesi per la cena lei non era ancora arrivata.Presi un tavolo in un angolo della sala e dissi al cameriere che avrei aspettato la collega prima di ordinare. Il cameriere mi chiese allora se desiderassi da bere e quello sì lo ordinai.Aspettai per più di un quarto d'ora e stavo anche arrabbiandomi quando la mia attenzione fu catturata da una gnocca mega che fece il suo ingresso nel ristorante: alta, formosa, avvolta in un mini abito nero abbondantemente scollato, due gambe da modella, scarpe nere col tacco più che alto, i capelli raccolti a coda di cavallo, labbra rosso fuoco."Però che manza�" pensai tra me e me.La "manza" puntò dritta verso il mio tavolo con un ...