1. Noi siam come le lucciole...


    Data: 10/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    La Fernanda fermò la macchina in un angolo appartato e scese dalla macchina. Cinquantenne da diversi anni, bassotto e grassottello, Fernando all’anagrafe, era universalmente conosciuto nell’ambiente come la Fernanda per le sue movenze e i modi di fare troppo spesso non proprio maschili. Ma la cosa lo lasciava del tutto indifferente e lui stesso era solito scherzarci sopra, specialmente quando raccontava agli amici le prodezze puttanesche della sua gioventù. A sentir lui, quell’appellativo gliel’aveva dato tantissimi anni prima una checca invidiosa, che vedendolo venire, aveva detto agli amici:
    
    “Ecco quella culona della Fernanda, che adesso ci porterà via tutti i cazzi sulla piazza!”
    
    A quelle parole aveva fatto seguito il fuggi fuggi di quanti lo stavano ascoltando, per correre ad accaparrarsene loro almeno uno, prima che arrivasse quella sterminatrice della Fernanda. Quando gliel’avevano raccontato, la Fernanda, che aveva la lingua pronta, aveva sorriso e con fare affettato aveva risposto: “Cosa volete, cari, la classe non è acqua!” e si era allontanato a testa alta, quasi avesse la fronte cinta da un serto trionfale.
    
    Controllata la chiusura della macchina, la Fernanda si guardò attorno e si avviò verso il sentiero che si inoltrava nel canneto: il numero delle auto parcheggiate qua e là era incoraggiante e prometteva anche stavolta un discreto raccolto. Certo, non erano più i tempi di una volta, quando la sera sembrava di essere al mercato di Porta Portese, con ...
    ... tutti quei maschietti e maschioni che esponevano la loro merce, cazzi o culi che fossero, al primo che riuscisse a metterci le mani sopra. Adesso erano Internet, le saune, le discoteche ad accaparrarsi il grosso del mercato, ma qualcuno che amava ancora il brivido del dietro i cespugli sul far della notte era rimasto e la Fernanda era uno di questi.
    
    Inoltrandosi nel sentiero sempre più ombroso, la Fernanda cominciò a sentirsi tutta ringalluzzita, udendo fievoli gemiti e bramosi sguaiolii provenire qua e là da dietro le fratte. Quasi senza rendersene conto, si slacciò un paio di bottoni della camicia e cominciò a canterellare a fior di labbra: “Noi siam come le lucciole, viviamo nelle tenebre… taratararatatà…”
    
    In quel momento, scorse poco più avanti qualcuno che se ne stava appoggiato con la spalla al tronco di un albero. La scarsa luce gli impediva di vedere bene di chi si trattasse, ma la sagoma sembrava promettente. Continuando a canterellare, la Fernanda si fece avanti, finché distinse un giovane niente male, con la patta aperta, che si menava con lenta indolenza un bigolo di dimensioni più che rispettabili. Giunto alla sua altezza, la Fernanda rallentò significativamente il passo, fissando ipnotizzata la mano che impugnava il grosso arnese e si muoveva lentamente su e giù, facendo scorrere il prepuzio carnoso sulla cappella fungina, fino a scoprirla e poi ricoprirla del tutto.
    
    Si sentì la gola asciutta, mentre le giungeva l’acre sentore di quel sesso maturo; i piedi ...
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