1. Cafe Wha


    Data: 10/07/2019, Categorie: Lesbo Autore: Manu Libera, Fonte: EroticiRacconti

    ... commessa feticista, si è messa in tiro: è più bella di Jennifer Lopez, indossa un abitino dai colori sgargianti, smanicato e corto. Ci baciamo come due vecchie amiche, si siede al posto della mia borsa e ordiniamo due birre. Siamo a pochi metri dai due mostri sacri del jazz, che stanno bevendo l’ultimo sorso di birra prima di cominciare la loro magia. Ci presentiamo, lei si chiama Maria. Comincia la musica e scende il silenzio. Vediamo Gary Burton quasi di spalle e Chick Corea di faccia. I suoi occhi cercano continuamente quelli dell’altro, si suggeriscono musica, note, come due giocatori di briscola. Maria ed io siamo dentro a quel gioco, risucchiate dalla vicinanza con le loro occhiate e le loro anime. Finisce il primo set sulle note di Children’s Song, applausi da far venire giù il locale. Maria ed io andiamo a incipriarci il naso. I bagni sono più vecchi e consunti delle panche. Ci infiliamo in uno di quelli con la porta che lascia intravedere le caviglie di chi lo occupa. Io mi tiro su la gonna strettissima, calo le mutandine, e mi siedo sul trono. Maria è in piedi davanti a me e mi guarda mentre faccio la pipì come se fossi sola. Non dice niente, si inginocchia e comincia a leccarmi le scarpe, poi sale lungo le caviglie, me le lecca bene soffermandosi sul malleolo, poi su verso il polpaccio, che già conosce, e le ginocchia semi coperte dalle mutandine. Vedo i suoi capelli neri e lucidi e la sua schiena morbida, mi alzo e lei ...
    ... non smette di leccarmi rimanendo in ginocchio con le mani sulle mie natiche e la lingua fra le mie cosce. Sento tutto l’erotismo della situazione salirmi fino al cervello e poi riscendere. Le sue mani sulle mie natiche sono appena appoggiate a sentirne la forma e si muovono come toccassero un’opera d’arte, una scultura. Ora la sua lingua è dentro di me e guizza come un pesce nel mio umore e nella mia vagina allagata. Lei ha tolto una mano dal mio sedere e si sta toccando, vedo la sua bella mano che si muove ritmicamente e la mia eccitazione monta come panna. Sono appoggiata alla parete fredda con le spalle e ho inarcato la schiena spingendo il bacino nella sua bocca. Voglio quella bocca che mi sta facendo impazzire, voglio baciarla fino alla morte per soffocamento. La prendo da sotto le ascelle e la aiuto ad alzarsi, è bella cosi spettinata e affannata. La bacio prendendole la testa tra le mani e assaggio la sua saliva amica, la sua lingua guizzante. Mi piace tanto la sua bocca, mi sento a casa. Ci baciamo come due fidanzatine mentre, più in basso, i nostri umori si fondono. Rientriamo in sala quando il secondo set è già iniziato, ma ne è valsa la pena. Maria ed io ci godiamo il concerto strette una all’altra con i gomiti sul tavolo e la mani sulle guance. A pochi metri ci sono i due gentlemen che non hanno potuto assistere al nostro numero ma, sono sicura, sapranno immaginarlo con dovizia di particolari e raccontarlo ai loro amici. 
«123»