1. La mia vecchia auto


    Data: 13/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar

    ... quello che vuoi, ma si sente che c’hai voglia di cazzi…cagna.”
    
    Aggiunse di non preoccuparmi, che non mi avrebbero fatto alcun male e che, anzi, sarei stato soddisfatto a fine serata. Quindi, aprì la portiera e mi fece accomodare in auto nel posto del passeggero, visto che i suoi due compari se ne stavano stravaccati dietro: “Entra, presto!”
    
    Lui salì al posto di guida, mentre mi stavo rimettendo a posto i vestiti.
    
    – “Guardami!” - E mi fissò dandomi uno schiaffetto, non troppo forte ma comunque deciso.
    
    Portandomi una mano alla guancia, lo guardai sorpreso. Provai a scendere ma quello volle cimentarsi in una specie di lotta, che altro non era se non un pretesto per palparmi ancora, infilandomi le mani tra le cosce e le dita in mezzo al culo.
    
    La scena eccitò gli altri. I loro cazzi riempivano la patta dei pantaloni quando mi bloccarono sul sedile: “Allora non hai capito un cazzo!? Chi ti ha detto di rimetterti a posto?”
    
    – “Nessuno.”
    
    – “E allora perché cazzo lo fai senza un ordine? Non farlo mai più! Stasera devi imparare a obbedire. Capito?”
    
    Annuii, muto e leggermente eccitato.
    
    - “Ora, mentre guido, spogliati completamente, tranne le scarpe.”
    
    – “Ma, mi vedranno.”
    
    – “Che cazzo hai detto?” – mi domandò con uno sguardo truce.
    
    – “Niente!” – e obbedii mentre quello metteva in moto e partiva.
    
    Viaggiammo su un viale largo e poco illuminato. Non c’era un gran movimento ma qualcuno si accorse di me, immaginando che essendo estate andassi in giro ...
    ... solo senza maglietta.
    
    – “Toccati. Fatti una sega. Scommetto che ne hai voglia.”
    
    – “Sì, padrone.”
    
    - “Bene, bene…vedo che cominci a capire!”
    
    Appoggiai un piede sul cruscotto, allargai le cosce e cominciai a stuzzicarmi il cazzetto, leccandomi le labbra mentre mi scaldavo.
    
    Lo stronzo mi mise due dita inumidite di saliva in culo. Le affondò nel mio sfintere morbido e carnoso, caldo e pulsante. Mi esplorò all’interno.
    
    – “Che troia! E meno male che non volevi venire…”
    
    Poi le tolse, portandomele alla bocca e spingendomele fra le labbra. Le accolsi, succhiandole e assaporandole: “Ti piace il tuo sapore, eh?”
    
    - “Un sedere così non l’ho mai visto.” - replicò un altro da dietro.
    
    Il capo aggiunse: “E non avete sentito com’è largo il buco.”
    
    - “Scommetto che basta appoggiarglielo che scivola dentro da solo.”
    
    - “Non basta però…”
    
    Dal cruscotto il leader prese un plug che portavo sempre lì e se lo passò tra le labbra per insalivarlo, sputandoci sopra. Avevo dimenticato di averlo lasciato in auto ed era per quello che gli stronzi erano andati sul sicuro nel farmi quella proposta.
    
    Il bastardo lo portò al mio culo e lo spinse dentro senza troppe difficoltà. Poi cercò d’infilarlo al meglio, in modo che ci stesse dentro, dato che non potevo stringerlo tra le chiappe per la sua base quadrata e sporgente. Riprese a guidare più concentrato, mentre io mi stavo infilando quell’oggetto in culo sditalinandomi forte.
    
    – “Troione, vacci piano. Anzi, smettila. Ti ...