La pedalata (3)
Data: 14/07/2019,
Categorie:
Etero
Autore: uni93
È tarda mattinata, sono ancora in bici, fa caldo, ho lasciato la tipa a casa da sola. La penso in cucina che fa finta di studiare e alle palle che racconterà alla zia appena rientra. Faccio qualche chilometro, evito il paese per non incrociarla, forse già di ritorno, passo da altre strade, allungo un po’ il percorso, ho l’uccello in tiro. La giornata è veramente calda, il sole scotta di brutto, penso ancora alla ragazza e a sua zia, prego che non si accorga di niente. E soprattutto spero che non le faccia casini impedendole di venire al nostro incontro. Il tempo passa, ma mai abbastanza velocemente per come vorrei, è la una, poi le due, continuo a pedalare sotto il sole infuocato, inizio a vedere i cartelli che indicano la località che mi aveva parlato. Ci siamo, si sta avvicinando. Faccio un’altra sosta sul percorso, mangio un panino, riprendo a pedalare, sono le 2.30, mi sto eccitando di brutto. Sulla strada riconosco il maneggio, poi la cappelletta diroccata, ecco il sentiero tra gli ulivi, ci sono le indicazioni, il percorso è veramente lungo e meno male che ci sono i cartelli, sembra un labirinto. Tutto piatto, non una collinetta, pedalo, all’improvviso la torretta d’avvistamento. È bianca, abbandonata, su un leggero rialzo del terreno, una piccola radura con dei tavolini in pietra rotti, una distesa infinita di ulivi intorno. Sono le tre passate, lei non è ancora arrivata, sarà forse un po’ in ritardo, ho paura che se ne sia già andata forse non avendomi visto arrivare ...
... in orario. Lascio la bici a terra, vedo la porticina sfondata, riesco a entrare, dentro alcune mosche, ma il posto sembra pulito, qualche carta per terra, alcuni stracci, delle scritte sui muri, una scopa, un tavolo e una scaletta appoggiata al muro che porta sul tetto. Sento un rumore in lontananza, ho paura che sia un trattore o qualche contadino, vedo la polvere del sentiero sollevarsi, è lei, riconosco la piccola utilitaria. Arriva, parcheggia nello spiazzo, esce di corsa e mi corre incontro, saltandomi in braccio e urlandomi “amore!” Le dico di non gridare che potrebbero sentirci, mi dice di stare tranquillo che non passa nessuno da quelle parti. La zia era rientrata poco dopo la mia partenza e non si era accorta di nulla, lei si era messa in cucina coi libri fingendo di studiare, quando è entrata non ha sospettato niente, le ha detto che ero partito verso le 8 e non avevo voluto neanche un caffè. Nient’altro. Ora sapeva che era andata dal fidanzato. Non finisce più di baciarmi, ci buttiamo per terra, le infilo le mani dentro i pantaloncini e scopro che non ha il perizoma. Mi vede stupito e mi fa, “scemo, me l’hai insegnato te a non mettere niente sotto!”, rido, ma le dico che non si usa niente solo con la tua da ciclismo, confessandole però che “a volte anch’io sotto i jeans non metto i boxer”. Ride da morire, mi risponde “ma allora ti piace proprio andare in giro a farti vedere col pacco in tiro”. Sento la bocca riempirsi della sua lingua. Dice che con me sente di non ...