1. L'emiro vii - il paese della libertà


    Data: 19/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Foro_Romano, Fonte: Annunci69

    ... villoso. Me lo fece notare. Ci sorridemmo sopra e tornammo indietro.
    
    Riprendemmo a fare l'amore e sesso sfrenato indisturbati. Ricevetti il suo grosso cazzo più volte in bocca e nel sedere. Mi strozzava il respiro e mi svangava ripetutamente il culo, a cui non lasciava mai il tempo di richiudersi dopo una violenta chiavata. Dolore e piacere erano mescolati senza interruzione di continuità. Quando arrivava al culmine, mi riempiva della sua dolce crema. Dico dolce per la sensazione di amore che provavo ma non saprei dirne il sapore. Ora acre, ora acidulo, ora amaro, ora dolce, ora era cremoso ed ora più liquido. Era il suo succo di maschio.
    
    In un momento di pausa gli chiesi se aveva avuto altre esperienze omosessuali prima e perché si era deciso a fare questa scelta, anche se per lui, forse, non definitiva. Nella pubertà aveva avuto qualche ingenua esperienza con gli amici di gioco, quando in gioco si era trasformata la loro curiosità verso la vita. Ma nulla di più. Ribadì che anche quella volta era nata per gioco, per voglia di cambiare, di trovare qualcosa di diverso con cui riempire una vita resa vuota dal lusso. Però la cosa gli era sfuggita di mano e io l'avevo riempita troppo! Aveva quindi deciso di sposarmi, facendo un'eccezione riguardo l'età: non avevo quattordici anni ed ero già avvezzo a certe cose. Meglio così. Ci facemmo una risata su.
    
    Da parte mia gli raccontai le mie prime esperienze. Ricordo che da sempre mi sentivo attratto dagli uomini. Sin da ...
    ... piccolo preferivo essere preso in braccio dagli uomini che dalle donne. E ogni volta che stavo loro in braccio li riempivo di baci in faccia. Da bambino io e mia madre andavamo tre mesi in villeggiatura estiva in un paese delle Marche. In collina ma poco distante dal mare. Mio padre ci raggiungeva nei fine settimana perché doveva rimanere in città per lavoro. Lì mi innamorai del capitano dei Carabinieri, napoletano, con due grossi baffi decisi, di un funzionario del Dazio, giovane, molto peloso, e di altri uomini del paese.
    
    Fu lì che successe il fatto. Fu lì che lasciai la mia verginità, felice di lasciarla. Ogni settimana veniva la fiera. Un grande spiazzo era riempito dai banchi dei venditori. Ogni genere di merce. Forse più abbigliamento, merceria, oggetti per la casa e cose del genere e meno alimentari: il paese ne aveva a sufficienza di produzione propria. Uno di questi banchi era gestito da un meridionale (napoletano anche lui? boh) coi due figli. Non ricordo cosa vendessero. So solo che feci amicizia con uno dei figli. Io avevo sei anni e mezzo, lui era grande. Insomma, più grande di me. Giocavamo insieme. Un giorno, mi disse che mi avrebbe insegnato un gioco nuovo. Mi portò negli orinatoi pubblici posti a ridosso delle mura, fuori del paese. Mi voltò, mi fece calare pantaloncini e mutande e, lentamente, mi mise qualcosa nel sederino, facendolo andare su e giù. Il gioco mi piacque moltissimo e lo volli ripetere tutte le settimane finché, con mio rammarico, l'estate finì. ...