1. Il Corpo, il Verbo e la Mente |4/8| La donna senza Volti


    Data: 19/07/2019, Categorie: Masturbazione Autore: Miss Ehrenfeld, Fonte: EroticiRacconti

    ... a tanti volti anonimi e rassicuranti, trovai l'inquietudine. Un uomo i cui lineamenti facciali erano chiari, visibili. Assurdamente lucidi. Ero sconvolta. Assolutamente terrorizzata. Non riuscivo a vedere un volto da mesi. Forse anni. Non ricordo esattamente quanto tempo prima avessi avuto l'incidente. Tuttavia, la mia vita stava per essere nuovamente sconvolta poiché un uomo in mezzo a tutta la marea di anonimato sembrava adesso essere riconoscibile. Quella notizia non era per nulla positiva, almeno per me. Qualsiasi medico avrebbe potuto obiettare, eppure nessuno capiva come mi sentivo! Come avrei potuto continuare a vivere, sapendo di poter guarire? Le masturbazioni a casa non furono più le stesse. Ci provavo con tutte le mie forze. Mi lubrificavo come meglio potevo ma non c'era nulla da fare. Ero diventata insensibile. Guardavo lo specchio e non mi suggeriva alcuna fantasia. Chiudevo gli occhi e nella mia mente si materializzava l'immagine di quel volto. Quell'uomo in giacca e cappello. Dovevo fare qualcosa. Non potevo permettere che la mia mente guarisse. Avevo bisogno del mio disturbo. Tornai dalla dottoressa Ehrenfeld per chiederle consiglio. Lei mi prese per pazza. Mi chiese “Perché non vuoi accettare la guarigione?” Chi ...
    ... glielo doveva dire che il disturbo mi serviva per essere appagata? Per essere in piena armonia con il mio essere? La malattia mi aveva donato un grande potere. Il potere di essere chi volevo. Vivevo in un mondo anonimo dove io ero l'unica protagonista. Non potevo permettere che tutto finisse. Se fossi guarita, sarei diventata l'unica anonima in un mondo pieno di gente diversa. Uscii dallo studio della dottoressa Ehrenfeld abbastanza contrariata. In primis, perché l'atteggiamento della psicoanalista era mutato drasticamente nel corso del colloquio, in secundis perché sembrava che in qualche modo l'avessi turbata con le mie confessioni. Cosa potevo mai aver detto di così scabroso? Così sconveniente? Le mie parole erano risuonate davvero così scomode? Io avevo bisogno di comprensione. Ciò che ricevetti furono soltanto parole di biasimo. Avevo bisogno di non pensarci. Scrutavo le altre persone, per strada. Erano tutte indistinguibili, come normalmente accadeva. Era rassicurante. Poteva dunque essere stato solo un caso sporadico. Poi, accadde. Lo reincontrai. Lo stalker col cappello. Ero senza forze. Prosciugata. La fine di tutto era lì e mi guardava intensamente. Si avvicinò a me. Mi chiese di andare con lui. Io scappai, senza voltarmi. 
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