Slot-Machine
Data: 25/07/2019,
Categorie:
Etero
Autore: suve
Frequento abitualmente un bar dove sono installate delle slot, quelle macchinette mangiasoldi che tante persone hanno rovinato. Ho visto persone di tutti i tipi su quelle macchinette, dal giocatore occasionale che getta due euro per vedere se la sorte gli è favorevole al giocatore compulsivo che passa pomeriggi, sere, notti, giocandosi stipendio e proprietà nella speranza della �botta grossa�.Raramente ho visto vincere, molto più frequentemente ho visto piangere.Da una settimana circa vedevo all�ultima slot della fila, quella vicino al bagno, una donna di forse 30 anni. La vedevo giocare e vincere, non forti somme ma quasi sempre. Parlando col proprietario del bar, mio amico, seppi che si chiamava Stefania e che lavorava in un negozio vicino e che avendo iniziato a giocare e vincere ora passava le sue pause dal lavoro su quella macchinetta. Non era raro trovarla lì anche la sera tardi, fino alla chiusura del bar. Insomma il miraggio della vincita l�aveva coinvolta e effettivamente, almeno per i primi giorni, vinceva. Come si sa le macchinette sono bastarde quasi quanto la sorte, prima t�illudono e poi ti fregano, e così capitò anche a Stefania. Le vincite diventarono sempre più rare, i soldi passavano dalla sua borsetta alla cambia-soldi a velocità impressionante per essere poi divorati dalla slot.Un paio di volte la vidi andar via gli occhi quasi gonfi e il mio amico mi diceva:- Oggi ha perso 100 euro��. Oggi sono 200� -Affari suoi, la notavo perché era carina e perché ...
... per me era strano vedere una donna intenta a un�attività che solitamente vedevo praticata da uomini, tutto qui.Una sera, staccato dal lavoro, mi ritrovai in quel bar per caso. Ero passato per un bicchierino prima di tornare a casa e parlando con Marco, il titolare, non mi ero reso conto del tempo che passava. Non c�era nessuno, si avvicinava l�ora di chiusura quando arrivò Stefania che salutò e si mise subito a giocare. La vedevo inserire monete e premere, imprecare e inserire monete. Non so quanto ma doveva già essere sotto di parecchio. Marco mi sussurrò che la sera prima aveva perso seicento euro e che era in difficoltà perché già doveva piccole somme a svariati clienti a cui chiedeva prestiti per quel vizio maledetto.Per far arrivare l�ora della chiusura io e Marco decidemmo di giocare cinque euro a testa in società, lo facevamo ogni tanto, difficile giocassimo di più. La sorte volle che fosse il nostro momento. Eravamo alla prima macchinetta, quindi a due metri da Stefania; lei vedeva noi e noi lei. Noi vincevamo, pur giocando a poco la dea bendata era con noi. Combinazioni vincenti, bonus, jolly, tutto quello che poteva farci vincere usciva due volte su tre. Il rumore dei soldi che cadevano nella cassetta di riscossione era una costante. A un certo punto Marco dovette ricaricare perché erano finite le monete. Alla fine forse vincevamo 800 euro mentre Stefania aveva costantemente perso, anche rigiocando ciò che raramente aveva incassato, lanciando occhiate nervose verso ...