1. Ilenia (mia) 2


    Data: 27/07/2019, Categorie: Etero Autore: G, S.

    ... specchio. “allora ti fidi, di me??...che bona la mia troietta, sto esplodendooooo ” Dopo poco: “ Certo che mi fido di te…per come sono io, davvero sto andando oltre….” “vero, troietta MIA?” “Si, è vero” non fece accenno al nomignolo che gli stavo affibbiando. “Troietta, ti sei toccata allora?” “Si, sono venuta” “parla non TRATTENERTI” spornai… “Si, ma….va be, con te lo faccio: Mi sono infilata due dita nella fighetta pensando che il tuo cazzone mi stesse tra le labbra e poi anche dove avevo le mani…volevo sentire il tuo pisello entrare e uscire” “WOW, sai che sono venuto anche io leggendo queste parole” Avevo lasciato che il mio cazzo si rilassasse lasciando fuoriuscire il suo contenuto, ma più che le immagini furono le parole che dimostravano una tale apertura tanto forte, a rimanermi senza fiato. Si fece mandare una foto del membro moscio a conferma di tutto, mi chiamò e come suo solito mi ringraziò per il bellissimo momento passato (quel modo di fare lo amo ancora oggi) ci demmo la buona notte tra tanti complimenti. Il giorno successivo una chiamata del capo servizio mi comunicò che per tre giorni fino alla domenica sarei dovuto stare fuori per un servizio. Chiesi a Samuele di passare a dare uno sguardo ai cani e farli mangiare. Solo la sera, quando era già in autostrada chiamai Ilenia, ed anche se si sentiva un poco di dispiacere nelle sue parole, mi disse che lei m’avrebbe spettato e che in fondo avevamo solo un modo per continuare i nostri giochi telefonici e ...
    ... aumentare il desiderio. Stava andando tutto bene, ci volevamo e io impazzivo. Non nego che nel tragitto fino alla frontiera ligure ascoltai “il Califfo” . Mi sentivo un conquistatore esperto e la sua musica in certe circostante e il meglio possibile “TAC”. Quella sera e le due successive ci tenemmo belli che eccitati. Ci scambiavamo foto sporchissime e terminavo anche la più banale delle conversazioni con “ ricordati che ti devo inculare” e come risposta un emoticon con due cuoricini dagli occhi. Cosi dal Giovedì al Sabato mattina, quando mi avvertì che sarebbe stata il pomeriggio e la sera con “LUI” e che io non dovevo chiamare ne scriverle dei messaggi. Mi sentivo scoppiare, nervoso. Ebbi l’impressione di aver accumulato tanta forza rabbiosa in corpo e che nemmeno la forza di Cesare potesse paragonarsi alla mia. Anzi, mi sentivo un “cane corso” all’attacco, duro, truce, fissato sull’obbiettivo da addentare e mettere a terra. La domenica mattina le scrissi, ma nessuna risposta. Continuò cosi, ero le sette io ero rientrato a casa ma d’Ilenia nessuna notizia. Ero nervosissimo, pensavo a mille cose, ma soprattutto che l’avessi già persa e questo pensiero non lo sopportavo. Lo squillo del cellulare mi risvegliò dai pensieri. Era Ilenia. -Giò, scusami. Ha tardato ad andarsene è rimasto fino a poco fa qui, sto rientrando” - Va bene, allora ci vediamo qui- Non ci credevo, non mi fidavo delle donne e non mi fidai di lei, pensai che dato che avevano amici in comune Luca o Saverio potevano ...