1. Sei parte di me 6


    Data: 29/07/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: valentinopiccolino

    ... forte. Lui mi chiese: “Oh ma che cazzo ti prende?” Io gli dissi: “lasciati dominare, troia”. Lo presi in spalla. Era leggerissimo. Lo lanciai sul letto. Lui rimbalzò sul letto e andò a sbattere contro la parete adiacente. Si lamentava. Mi scaraventai su di lui. Gli tirai un altro schiaffo e gli dissi di stare zitto e fermo. Poi lo svestii. Prima gli tolsi la maglia. Gli presi così i capezzoli e glieli stritolai. Lui cercava di divincolarsi. Io ero seduto su di lui. Poi gli tolsi i pantaloncini e gli strappai letteralmente le mutande: erano tutte rotte. Lui mi pregava di smetterla mentre cercava di togliersi. Era sudatissimo. Puzzava. Poi lo presi per il mento e lo guardai in faccia. Gli dissi: “Il bello deve ancora arrivare”. Gli sputai in faccia. Poi con il pollice gli spalmai lo sputo su tutto il viso. Mi svestii anche io. Mi sedetti, nudo, sul suo petto. Lo schiaffeggiai allora con il mio cazzo molle, penzolante, peloso e sudicio. Dopo un po’, gli spalancai la bocca con due dita. Lui cercava di chiuderla. Gli tirai una sberla e gli dissi di stare fermo. Gliela spalancai ancora, mi alzai e gli ficcai la cappella in bocca. Iniziai a pisciare. Gli stavo pisciando in bocca. Lui fece un paio di versi che richiamavano il vomito, ma mandò comunque giù tutto. Infine gliela tenni ancora aperta e ci sputai due volte dentro. Non so perché lo stavo facendo, ma tutto ciò mi faceva sentire meglio. Mentre lo facevo, pensavo a Lorenzo, e allora mi veniva ancora più voglia di ...
    ... continuare.
    
    Così mi alzai un attimo, presi il mio zaino e tirai fuori una lametta da barba. Gli dissi di stendersi sul letto con le braccia dietro la testa. Lui mi disse di no. Gli tirai così un cazzotto in pancia e lo scaraventai sul letto. Forse avevo esagerato, ma comunque aveva funzionato. Andai in bagno per sciacquare la lametta e, al mio ritorno, Alex stava piangendo. Mi disse di non farlo, di smetterla qua. Un po’ mi intenerii, ma me ne fregai e continuai. I suoi lunghissimi peli dell’ascella erano scoperti. La sua ascella grondava di sudore, come il resto del corpo. Inizialmente presi con due dita un ciuffetto di peli, li tirai piano, per vedere la lunghezza. Non erano più arricciati e, da tirati, misuravano 9 centimetri a occhio e croce: più del suo stesso pene. Piano piano gli rasai la ascella sinistra, mentre lui piangeva. Ora era tutta liscia. Poi passai all’ascella destra. Feci lo stesso e buttai la folta peluria per terra. Poi passai al pube. Lui si alzò di scatto e mi disse, con la faccia piena di lacrime: “no ti prego, questo no. È da un sacco di tempo che non vedevo l’ora mi crescessero i peli. Ti prego no.” Io lo fissai per un po’ negli occhi e gli tirai uno schiaffo. Lui si sdraiò di nuovo e scoppiò a piangere. I peli pubici occupavano solo la zona intorno alla base del pene. Erano anche corti. Feci in fretta e gli tagliai anche quelli. Gli feci una passata sullo scroto, anche se era già liscio. Ora era proprio come un bambino. Aveva un pene piccolo senza peli ...