La mia prima volta fu con i miei cugini
Data: 30/07/2019,
Categorie:
Prime Esperienze
Autore: beast
... ristoro, dopo pranzo ci infilammo nella piccola piscina di tela azzurra plastificata che il nonno ci aveva regalato quando eravamo più piccoli. In realtà non era proprio piccolissima, sarà stata almeno due metri di diametro, ma di certo non ci permetteva più di divertirci giocando a spruzzarci e a metterci con la testa sott’acqua come avevamo fatto fino a qualche anno prima. Così ce ne stavamo tranquillamente a bagnomaria in mezzo a qualche galleggiante cadavere di insetto, parlando del più e del meno. I nostri corpi si sfioravano e non potei evitare di lanciare una serie di occhiate furtive ai loro costumi ridotti e a tutto quel ben di dio che a malapena riuscivano a contenere. Anche loro mi guardavano di sottecchi e mi sorpresi lusingata nel vederli mentre si portavano le mani verso i rispettivi attributi, cercando di spostare le loro dotazioni nel tentativo di mascherare delle mezze erezioni. Uscimmo, ci asciugammo al sole, sdraiati sulle spugne stese nell'erba che il nonno tagliava sempre cortissima, la nostra pelle calda odorava di estate, di eccitazione repressa, di gioventù pronta ad assaporare nuove esperienze. Per ben due volte li beccai mentre mi guardavano e poi si lanciavano delle rapide occhiate cariche di complicità. Come sempre per capirsi non avevano bisogno di parlare, ma quei muti commenti espressi con gli occhi erano abbastanza espliciti e li potevo facilmente indovinare anche io. Venne la sera e poi la notte, chiacchierammo fino a tardi sul grande ...
... divano della sala, i nonni si erano già ritirati nella loro stanza da diverse ore e noi parlavamo e parlavamo intrecciando discorsi e desideri in quelle lunghe elucubrazioni tipiche degli adolescenti. Matteo e Simone erano seduti ai due estremi del divano e io ero sdraiata tra loro, con la testa appoggiata sulle cosce di uno e i piedi sulle gambe dell’altro. Fuori nella calda notte estiva le raganelle e i grilli cantavano senza sosta le loro interminabili melodie e una luna, vagamente coperta dalle nuvole, rischiarava solo parzialmente le tenebre con una luce argentata. L’atmosfera era particolarmente dolce, Matteo mi accarezzava languidamente le caviglie e i polpacci con lo sguardo perso nei miei occhi verdi, e io, attraverso la nuca, avevo la netta percezione che il pene di Simone fosse vagamente eretto e spingesse contro i suoi leggeri pantaloncini estivi come per segnalare al mondo la sua presenza. Si era fatto veramente tardi e decidemmo di andare a dormire, in bagno mentre mi facevo un bidet, indugiai più del solito con le dita sul mio sensibile bottoncino rosa, nascosto in mezzo alle mie seconde labbra, pensando ai loro costumi da bagno, il cui tessuto elastico era duramente messo alla prova dalle prorompenti semi-erezioni, poi indossai le mutandine di cotone leggero e la canottiera corsi in camera e mi infilai velocemente nel letto. Non erano passata che una decina di minuti quando sentii la vecchia porta della camera cigolare debolmente e nel buio quasi totale intravidi ...