1. 047 - Silvia, la sua famiglia e i rapinatori


    Data: 03/08/2019, Categorie: Etero Incesti Sesso di Gruppo Dominazione / BDSM Autore: ombrachecammina

    ... disfatto, mi fece cambiare molte posizioni e poi mi penetrò, lacerandomi l�imene, sprofondandomi dentro e aprendo la mia stretta, vergine e secca vagina. La sua lingua, me la leccò a lungo e anche il mio forellino anale, ebbe la sua dose di lingua rasposa attorno all�anello grinzoso e saporito. Quella stessa sera, lui non ebbe pietà nell�aprirmi il culetto e a farmelo sanguinare, anche le mie tenere tettine e soprattutto i miei piccoli capezzoli, furono succhiati, mordicchiati e sadicamente torturati per parecchi minuti. In tutte queste occasioni, lui mi urlava la sua bestiale soddisfazione e mi insultava, con pesanti e volgarissime parole. Mi diceva che ero più baldracca di quella troia di mia madre, che, come tutte le donne, ero una puttana, che ero come le capre che lui si scopava nei pascoli��. Dopo quella prima volta, divenni la porca maiala di papà e dopo un paio di mesi, lo divenni anche di mio fratello, che su istruzioni del babbo bastardo, iniziò ad usarmi a suo piacimento. Mi possedevano in ogni luogo, tutti e due assieme o da soli, nel letto, nella stalla, a volte anche sui prati, mentre pascolavamo le capre e le vacche, essi mi penetravano nella figa, nel culo e in bocca e a volte me lo ficcavano contemporaneamente riempiendomi entrambe i buchi. Molte volte mi legavano alla fontana di pietra che c�era nell�aia ed io seduta a terra, ero obbligata a sostituire il bidet in tutto e per tutto. Sì, ad esempio, la sera, quando tornavano dai campi, sudati e luridi, dopo ...
    ... una giornata di lavoro, la loro perversione profonda, li portava a bloccarmi con delle cinghie di cuoio alla pietra della sorgente, si denudavano completamente e poi mi costringevano a pulire, con la lingua, i loro testicoli, il loro pene odoroso e scappellato, il buco del culo peloso, le ascelle sudate e aspre e alla fine anche i piedi, infilando per bene la lingua fra le dita sporche e puzzolenti. Dopo le pulizie complete spesso si masturbavano e mi sborravano in bocca, prendendomi a sberle se per caso ne facevo cadere qualche goccia. Spesso mi chiamavano per usarmi come cesso, per espletare i loro bisogni fisiologici, mi urinavano in bocca oppure su tutto il corpo. Mi usavano e mi comandavano trattandomi come una serva, non c�era mai limite e ai miei, rari e sporadici dinieghi, si accanivano elargendomi potenti schiaffi, sonore sculacciate e anche cinghiate sulle mie povere natiche dolenti. Ero altresì obbligata a vestirmi solo con un vestito corto, senza ombra di biancheria intima, per essere sempre pronta a soddisfare le loro sporche perversioni. Quando mi lasciavano a casa da sola mi chiudevano dentro, segregandomi come se fossi chiusa in carcere. Così, non mi restava che pulire la casa e tenerla in ordine senza mai riuscire a fuggire da quella specie di lager nazista. Dopo un anno molto intenso, di soprusi e violenze, finalmente la mamma tornò ed io, di quanto successo in sua assenza, ne parlai a lungo con lei, e la santa donna di mia madre, mi fece chiaramente capire ...
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