1. In progress - 02


    Data: 07/08/2019, Categorie: Incesti Autore: Gelo

    Lui. Cazzo che figa s'è fatta! Tre anni che non la vedo e m'arriva 'sto pezzo di figa. Mi bruciava la nuca mentre ci salutava con bacetti e moine, per nulla imbarazzata dai nostri sguardi. Rimasi rigido come un sasso mentre mi baciava; io sì che ero imbarazzato e per un istante mi pentii anche di non essermi fatto la barba. Sentii poco o nulla dal contatto con la sua guancia. E mi pareva di avere addosso gli sguardi di tutti mentre mi parlava; io riuscii solo a dire qualche cazzata sul liceo, che nessuno notò e che si perse nel casino dei saluti. Poco male: stavo zitto e la osservavo muoversi fra zii e cugini con naturalezza. Invece ogni suo movimento, gesto e sorriso erano studiati: stava recitando la parte della superfiga che finge di non sapere che il mondo le gira attorno. Impossibile staccare gli occhi dai suoi calzoncini tesi e dal top che si arrampicava sulle tettine. Mia moglie se ne accorse e mi redarguì con uno sguardo; se risposi, sempre con gli occhi, se era questo il modo di vestirsi, da puttana. Lei. Che palle! Mia madre non capisce un cazzo! Cosa centro io col matrimonio di mia cugina? Manco siamo amiche su Fb! No, no, invece ci sono dovuta venire anch'io, nella fattoria della zia, in Puglia, una settimana intera, a fare la carina con cugini e cugine che chi cazzo sa come si chiamano! Nemmeno Daniele mi sono potuta portare dietro: non sta bene, non potete dormire nella stessa stanza dalla zia, ci sono i nonni. Che palle, almeno mi vesto come voglio! Che ridere ...
    ... però! Sono simpatici... le cugine un po' invidiosette però, ma chi s'è frega di loro. Mi ha fatto morire lo zio, il marito della sorella di mia madre; non mi ha mai parlato le altre volte e adesso me l'ho trovavo sempre attorno. Quando non sentiva nessuno mi ha fatto anche un mezzo complimento e, la prima sera, con la scusa del fumo, mi ha portata fuori e acceso una sigaretta. Tre chiacchiere, sulla fattoria, su scuola vacanze e fidanzato e fummo subito interrotti dall'arrivo di una folla di parenti. L'ho sempre detestato, ma ora mi piaceva: un vero uomo, non come Daniele, col torace ampio e la voce grave, gentile ed intelligente. E, uh uh, si era fatto la barba per cena. Lui. Ha fatto una cosa che mi rimestato il sangue. Abbiamo fumato insieme, in piedi contro il muro ed è stata simpatica. Non è una scema. Ovviamente non ha rinunciato alle sue pose: carezzarsi i capelli dietro la nuca, soffiar fuori il fumo con forza, grattarsi la caviglia... ma lei è così davvero. E quando sono usciti tutti, lei, senza nascondermi la rabbia, è rientrata in casa. Ma passandomi davanti mi ha appoggiato una mano sul petto, come per salutarmi. Lei. Sono scema. Giuro!, ho sentito una scossa, carezzandogli i peli del torace. Lui. Ormai pensavo solo a lei e a come non farmi accorgere dagli altri. Una cosa assurda, che mi faceva paura. Mi sentivo un minchione: a quarantanni perdere la testa per una diciottenne non è da me. E poi per mia nipote! Eppure ero certo che anche lei... non so, mi guardava ...
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