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La mia amica silvia
Data: 11/08/2019, Categorie: Etero Autore: Frank721
Nonostante io vada all' università, nel tempo, ho mantenuto alcuni contatti con le mie compagne del liceo. Sì compagne, perché, che ci crediate o meno, ero l'unico maschio in una classe di 10 ragazze. O meglio questo all'ultimo anno. Negli anni prima c'erano stati altri ragazzi ma bene o male tutti quanti o erano stati bocciati o avevano cambiato scuola. Alla fine rimasi solo io. Non che mi dispiacesse più di tanto in realtà. Erano tutte molto carine, ognuna a proprio modo. Alla fine si può dire che mi ero fatto viziare. Ero “l'uomo della classe” e immancabilmente colui che metteva fine alle liti e ai disaccordi. Durante le gite ero assurto al ruolo di “difensore”, impegno che prendevo con sufficiente serietà, specialmente in città come Praga, dove di notte dieci ragazze non è che possano girare proprio tranquillamente. In sostanza ero molto benvoluto. Una delle ragazze era Silvia. Era una bella ragazza, un po' timida, sbocciata in quarta liceo. Non so perché o cosa avesse di particolare ma mi aveva sempre attratto. Capelli biondo scuro, occhi color nocciola, fisico da sportiva, una seconda di seno e un culetto che parlava. C'era del feeling fra noi ma non si era mai andati oltre. Ad ogni modo una sera si decise di fare una cena di classe post maturità. Mi stavo annodando la cravatta quando sento il cellulare vibrare sulla mensola del bagno. Finisco il nodo di Windsor e prendo il telefono. Era un messaggio di Silvia -ciao senti ho appena scoperto che stasera non ho la ...
... macchina riesci a passare a prendermi?- -Sì certo nessun problema. Dovrei essere lì fra una mezz'ora- -grazie mille! Ti aspetto :) -. Ero contento di poterlo fare ma mai e poi mai avrei immaginato quello che sarebbe successo. Finii di prepararmi e corsi in macchina dato che come al solito ero in ritardo. Arrivai sotto casa di Silvia in perfetto orario. Le mandai un messaggio per dirle che ero arrivato. Ovviamente non era ancora pronta. -Scusa non sono pronta. Vieni su, ti apro il portone-. Scesi dalla macchina un po' contrariato dato che eravamo già in ritardo ma non avevo molta scelta. Salii due rampe di scale e trovai la porta di casa sua accostata. Entrai un po' titubante bussando comunque alla porta. -Permesso? Silvia?-. Dai meandri della casa sentii arrivare la sua voce che diceva -entra, entra. Arrivo subito-. Non c'era nessun altro. Entrai nel soggiorno e lì attesi in piedi. Dopo qualche minuto sentii dei tacchi risuonare sul pavimento alle mie spalle e mi girai. Mi bloccai a metà movimento cercando di non far cadere la mandibola. Silvia era davanti a me. Elegante e flessuosa. Una camicetta bianca attillata sopra una minigonna rossa che le fasciava i fianchi, e un paio di décolleté anch'esse bianche. Un lieve trucco risaltava i suoi stupendi occhi nocciola. Aveva la testa leggermente piegata di lato mentre si metteva un secondo orecchino di brillanti. Doveva essere appena stata dal parrucchiere. I suoi capelli biondi di solito liscissimi, erano mossi e perfetti. Come ho ...