1. Gli occhi: spirito ribelle sotto il jalabeeb*


    Data: 12/08/2019, Categorie: Etero Autore: oltreconfine

    (Un uomo è tanto più grande e grosso quanto
    
    più ha l'umiltà di chinarsi per porgere una carezza).
    
    Quegli occhi non potevano che essere di Nadira. Ne ero sempre più convinto. Erano il loro modo di guardarmi che li rendevano unici. Anche adesso che restavano, ancora una volta, l'unica cosa scoperta del suo viso, avvolta com'era in un lenzuolo bianco di quell'ospedale militare da campo a Mogadiscio.
    
    La prima volta che catturarono la mia attenzione fu al posto di distribuzione viveri lungo la via Imperiale. Quella donna teneva per mano un bambino e,così come quasi tutte le altre donne in fila in attesa del loro turno, indossava un burqa integrale che lasciava scoperti soltanto gli occhi, però insolitamente, anche se moderatamente truccati. Un leggerissimo tratto di lineliner ne allungava la forma facendoli somigliare a quelli di una gazzella e qualche tocco di rimmel sulle ciglia li facevano apparire ancora più grandi,profondi ed espressivi . Notai anche le sue calzature, decisamente in controtendenza rispetto a quelle indossate, quando indossate, da tutte le altre. Dal colore verde scuro, presentavano un leggero dècolltè e soprattutto un qualche centimetro di tacco. Questi due particolari(il trucco e le calzature) da donna occidentale, facevano un contrasto enorme con il resto dell'abbigliamento, trattandosi appunto di un jalabeeb nero di una stoffa che però doveva essere di un filato molto leggero a giudicare dal modo con il quale sventolava al minimo alito di ...
    ... vento.
    
    Non era il luogo ne la circostanza, me ne rendo conto,ma quella donna suscitò in me un vero e proprio tumulto di erotismo improvviso. La miseria più assoluta nella quale esseri umani e territorio erano calati, riusciva a renderla sopportabile al solo gurdarla o forse, Nadira, era solo il miraggio di un'oasi insperata nei luoghi più oscuri dell'animo umano desertificato da e come ciò che allora mi circondava.
    
    Quando fu il suo turno per ricevere il pacco viveri, il sottufficilae addetto al controllo dei documenti sostò perplesso davanti a quello della donna. Lo confrontò con la lista di nomi dei vari Clan che costituivano i villaggi periferici intorno a Mogadiscio e con un cenno del capo mi fece segno di avvicinarmi.
    
    Maggiore, mi disse sottovoce, "questa donna è figlia di un capoclan fedele al Generale XX che come lei sa è inviso agli americani. Dobbiamo procedere quanto meno alla perquisizione personale se non al fermo" A malincuore, guardando la donna negli occhi che nel frattempo si erano fatti preoccupati, diedi l'assenso per procedere alla perquisizione che naturalmente sarebbe dovuta avvenire a cura del personale femminile infermieristico della CRI. Due anziane crocerossine l'accompagnarono nella tenda all'uopo predisposta, mentre una terza prese per mano il bambino cercando di distrarne l'attenzione catturata dalla mamma che vedeva allontanarsi senza una ragione a lui comprensibile. Tra i generi di conforto per la popolazione, c'erano anche degli scatoloni ...
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