1. L'ultimo amante della regina Giovanna


    Data: 13/08/2019, Categorie: Zoofilia Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    ... Pandolfo di presentarsi al reale cospetto di sua maestà la sera stessa, a palazzo. Il mio padrone tremò e non dubitò nemmeno un istante che la sua vita fosse in pericolo. Evidentemente la regina lo aveva notato passandogli davanti e si era incapricciata di lui: quale triste sorte lo attendeva? Dato in pasto ai coccodrilli che secondo un'altra leggenda vivevano nelle acque sotto il palazzo o rinchiuso per sempre in una segreta? Non gli passò neanche per la testa di essere troppo brutto per piacere a qualsiasi donna, fosse pure una che raccoglieva anche i frutti bacati. Strabico, calvo, mezzo gobbo, Pandolfo poteva forse destare i desideri di qualche fanciulla cieca o di qualche vecchia senza speranza. Ed eccolo invece incamminarsi verso il palazzo, senza pensare minimamente a una fuga che avrebbe significato l'esilio e la persecuzione di tutta la sua famiglia. Introdotto in una serie infinita di cunicoli, passaggi, stanze comunicanti e inserite l'una nell'altra, giunse infine in una fredda camera dove, assisa su uno sgabello ben diverso da un trono, la regina salmodiava le orazioni serali e non v'era in questa sua devozione incoerenza o ipocrisia, convinta, nel ricordo del celeste Verbo, che se a chi molto ha amato molto sarà perdonato, lei sarebbe stata la peccatrice più perdonata. Pandolfo le tremava dinanzi e a poco valsero le quiete parole che lei gli rivolse e le domande sulla sua famiglia, sulle sue condizioni e sulle sue ambizioni. Gli chiese se era sposato e alla ...
    ... risposta negativa gli promise che lo avrebbe ammogliato con la più bella delle sue dame. "In cambio", disse, " vi chiedo solo un dono: quel bellissimo pezzato che cavalcavate oggi". A Pandolfo non sembrò vero di cavarsela così a buon mercato e promise che l'indomani stesso mi avrebbe condotto alle scuderie reali. Ottenuta la promessa che le premeva la regina lo congedò in fretta e si ritrò nei suoi appartamenti. Era stanca, la giovinezza la stava abbandonando, la bellezza anche, e i piaceri che ancora coglieva non l'appagavano più come una volta. Nessun vizio e nessun gioco mancavano nella sua collezione personale. Pochi giorni prima aveva voluto ripetere e magari migliorare un'impresa che aveva compiuto all'inizio del suo regno quando ben tredici paggi si erano succeduti nel suo talamo lungo un'interminabile notte che aveva lasciato tutti sfiniti tranne lei. Stavolta però, dopo cinque o sei stentati orgasmi dei suoi compagni si era stancata e aveva mandato via tutti. I maschi non placavano più la sua bramosia, anche perché, lo capiva, la sua bellezza sfiorita non li eccitava come un tempo. Il giorno dopo venni condotto nelle scuderie reali. Mi riservarono una stalla pulitissima e ricolma di fieno e potei finalmente magiare a sazietà, cosa che dal mio vecchio padrone, assai spilorcio, mi accadeva raramante. Vennero stallieri a lavarmi, lustrarmi e a cospargermi di unguenti ed essenze, vennero fantesche e servette che mi guardavano sfacciatamente sotto e ridevano sguaiate. Verso ...