1. Tutta colpa del satèn (storia vera)


    Data: 14/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: mestesso30

    (E' il primo racconto erotico che scrivo, ispirato a una mia esperienza. Fatemi sapere se vi piace, se continuare a scrivere e cosa migliorare dell'esposizione)
    
    L'avevo visto muoversi agile fra i tavolini di un bar del centro, nella calda estate di due anni fa.
    
    Aveva 20 anni, 10 meno di me, biondo, occhi azzurri, viso pulito, sorriso ammaliante, fisico atletico e un bellissimo culetto sodo fasciato dai suoi pantaloni neri eleganti di cameriere.
    
    Avevo intuito fosse gay per alcune sue lievi movenze, ma ero segretamente bisex e non me la sentivo di rivolgergli "avances" più o meno esplicite mentre lavorava.
    
    "Se cercassimo una bottiglia speciale di bollicine, cosa consiglieresti?", avevo chiesto al camerierino, e lui, gentile ma un po' altezzoso, con un sorriso da diavoletto: "senz'altro non un ordinario Moët, direi un Satèn millesimato" e io: "intrigante, andata!", mentre ricambiavo il sorriso e lo fissavo intensamente nei suoi meravigliosi occhi blu.
    
    Assaggiando il vino ricordo di aver pensato fosse il miglior Franciacorta mai provato, mentre dal bancone il biondino osservava compiaciuto la mia soddisfazione, ammiccandomi e rivolgendomi un sorrisetto d'intesa che mi faceva ribollire il sangue e risvegliare ogni istinto più selvaggio.
    
    Ricordo di aver pensato che, forse, "Satèn" significasse "satana" e che il tipetto apparentemente angelico mi avesse già stregato.
    
    In effetti, era proprio così.
    
    Lì per lì non avevo osato fissarlo oltre, per il timore che ...
    ... i colleghi intuissero qualcosa, ma i giorni seguenti continuavo a pensare a lui, quindi l'avevo cercato e ritrovato su una chat, rivelandogli subito di essere il tipo che aveva stregato con il suo "Satèn".
    
    Ci incontravamo una sera successiva, su una spiaggetta nascosta in riva allo specchio d'acqua che bagna la nostra città, dove seduti iniziavamo a chiacchierare, sorseggiando una birra portata da casa.
    
    Con il suo look del tempo libero era ancora più figo: ciuffo biondo un po' ribelle rasato ai lati, visino pulito da modello, tuta arrapante, scarpe sportive e una canottiera colorata di quelle aperte sui lati che lasciava intravedere un fisico abbronzato tonico e definito.
    
    Più lo ammiravo più mi veniva voglia di strappargli i vestiti e scoparlo selvaggiamente lì, così, senza preamboli, ma mi trattenevo.
    
    Saremo stati un'ora a chiacchierare piacevolmente, mentre io, per tutto il tempo, tentavo di nascondere la mia eccitazione, resa evidente dal rigonfiamento sul pacco, sicuramente notato da lui che avevo il dubbio si divertisse a farmi scoppiare di voglia.
    
    Ammetto che dopo un po' iniziavo a spazientirmi, perché il camerierino lanciava velate provocazioni senza darmi mai conferme di un reale interesse.
    
    E poi, improvvisamente, accadeva.
    
    D'un tratto mi era addosso e mi baciava, mentre la sua mano scivolava decisa verso la patta dei jeans, iniziando ad accarezzare con entusiasmo tutta la mia eccitazione.
    
    Il cuore mi batteva a mille, "allora gli piaccio", ...
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