Troia si nasce, dominatrice si diventa. la vendetta di una moglie.
Data: 16/08/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Cassandra666
Mi risvegliai al buio. Le mani e le gambe innaturalmente bloccate.
Cercai di fare mente locale e capire dove e in che posizione mi trovavo.
Non riuscii a capacitarmi.
Ricordavo fortemente solo l’ultima di un’infinita serie di litigi con mia moglie.
Il telefono che squilla. Io che lo lascio inavvertitamente incustodito, lei che lo afferra. Legge il messaggio. Poi il tracollo.
Non posso ripensare a quel momento, in cui la terra mi si aprii sotto i piedi e mi sentii risucchiato dentro. Desideravo scomparire fra le fiamme dell’inferno ma quelle fiamme mi mordevano l’anima con un’angoscia che non avrei mai più dimenticato. E mentre mi affannavo a trovare scuse il più improbabilmente plausibili per giustificare parole assolutamente inconfessabili, d’improvviso si fece tutto scuro.
Come se un colpo di fucile avesse messo fine a quella scena.
Mi ritrovai legato, in maniera inimmaginabile, eppure quella posizione mi era familiare.
Riemerse dalle trame di un passato ormai lontano un sogno, un sogno che aveva per sempre sconvolto la mia vita e forse anche quella di mia moglie. Perché le raccontai tutto, per filo e per segno al mio risveglio senza riuscire a nascondere l’erezione sotto il lenzuolo. Lei mi guardò, fra nausea ed orrore, senza profferire parola. E così cadde il silenzio. Fra noi e nel nostro matrimonio.
Ed ora mi risveglio in quella stessa posizione che avevo sognato. Le mani legate ciascuna ad una colonna del letto. Seduto ai piedi del talamo, ...
... con il culo nudo, poggiato sul freddo marmo.
Bendato, con la bocca costretta da un morso che mi costringe a tenere la bocca spalancata. A mordere un oggetto che non identifico ma che ferisce i denti. E così compresso, con la lingua rintuzzata dentro la bocca, sento la saliva colare. Ignominiosamente scivola giù dalle mie labbra, bagnandomi il mento come un cane rognoso, formando una pozza nel solco del mio petto.
Le gambe sono vergognosamente spalancate, legate agli estremi. Con le caviglie saldate da corde che mi trattengono ad un lungo bastone impedendomi qualsiasi movimento.
L’ultima, vergognosa costrizione che completa il mio corredo di umiliazione è una cintura che mi comprime il pene. Un aggeggio di plastica con attaccati degli elettrodi che lascia appena intravedere una fessura sul prepuzio di cui non oso immaginare la funzione.
Il mio sogno prende forma…
Sono solo, non sento rumori per quanto cerchi di concentrarmi per avvertire almeno un respiro.
Nulla.
Cerco di muovermi, ma sono saldamente legato.
L’inquietudine si impossessa di me, e poi si trasforma in angoscia fino quasi sfiorare il terrore, quando…
In lontananza mi sembra di sentire un rumore di passi. Tacchi che sbattono cadenzati sul pavimento.
Passi sicuri e ritmati. Forse il mio salvatore che arriva, o il mio boia…
Comunque sia il mio cuore accelera i battiti. La lugubre solitudine della mia condizione non si colorisce di speranza a questa novità, ma anzi, si tinge di tinte più ...