Troia si nasce, dominatrice si diventa. la vendetta di una moglie.
Data: 16/08/2019,
Categorie:
Sesso di Gruppo
Autore: Cassandra666
... facevi fare dalle tue puttane? Oh, stai certo che le supererò tutte, le tue impalatrici. Ho in serbo per te una giostra di divertimenti.”
Rise, e la sua risata mi sembrò tanto spettrale quanto glaciale. Non aveva il minimo accenno di umanità, non avrebbe avuto nessuna pietà!
Ed io bruciavo.
“Le sorprese sono appena iniziate amore mio, mettiti comodo e preparati a godertele, sempre che tu possa, viste le tue condizioni!” e mi mollò un’altra sonora frustata, questa volta sulle cosce!
Resistetti al dolore. Ma un tastino su quel maledetto telecomando acuii con una scossa al mio uccello il dolore sulle cosce. Mi scappò un singhiozzo. Ormai sapevo che ogni punizione che mi avrebbe inferto mi avrebbe procurato scosse di piacere e con il cazzo rattrappito dentro la cbt non potevo resistere.
Ma la sua minaccia assumeva nel mio essere la visione di una dolce promessa e così, costretto, umiliato e sanguinante aspettai il prossimo supplizio.
Ma non avvenne nulla.
Mi guardò con disprezzo, girò sui tacchi e abbandonò la stanza.
La guardai, mentre il suo culo mormorava un addio. Non potevo credere che mi lasciasse così. Dopo tanta eccitazione. Pensai che sarebbe rientrata presto con qualche nuovo strumento di tortura. Ma il tempo passava, la mascella rattrappita, il sangue rappreso sul petto e sulle cosce, il pene floscio. Per fortuna, almeno quello, mi risparmiava un dolore.
Ma il tempo passava, secondi, minuti, ore… non ero più certo del tempo, solo del fatto ...
... che non riuscivo più a trattenere i miei bisogni corporali.
La fatica della posizione si faceva sentire, la mascella doleva, la vescica urlava. Speravo che qualcuno sarebbe arrivato di li ad un momento altrimenti sarebbe successo l’irreparabile. E successe! Mi pisciai addosso come un bambino. Osservai il mio piscio giallo scivolar fuori dalla fessura della cbt e creare una pozza fra le mie cosce. Ben presto mi trovai seduto sul mio stesso piscio. L’olezzo mi feriva le narici procurandomi scosse di piacere. Avrei voluto berlo. Ma non potevo. Chinai la testa, in segno di rassegnazione mentre vedevo il sole calare di la dalle vetrate della finestra di quella casa che non conoscevo.
Mi abbandonai alla stanchezza, al dolore, alla fatica, quando… sentii una porta sbattere!
Come un uragano la stanza si riempì delle spalle massicce di un omone. Il suo corpo d’ebano, tornito da una splendida divisa in pelle mi lasciò stordito ed eccitato.
In un balzo fu da me. Mi afferrò per i capelli con una mano mentre con l’altra si sbottonava la patta dei pantaloni aderenti. Ne tirò fuori un cazzo di dimensioni impressionanti. Un cazzo scuro, grosso, solcato da vene vibranti che mi procurarono un aumento di salivazione, come se lo sbavare di tutto il giorno non fosse stato abbastanza.
Mentre il mio sguardo si fissava famelico su quella bestia egli mi strappò il morso dalla bocca e senza neppure lasciarmi il tempo di serrare le mascelle per testarne la funzionalità mi cacciò fino in ...