1. Un mio alunno mi ha venduta


    Data: 28/08/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Monica

    ... Con i ragazzi ci saremmo visti al locale. Mentre aspettavo che Francesca si vestisse, ero in salotto e lei mi ha detto: - professoressa, ma viene vestita così? Pantaloni e camicetta? Io: perché? Cosa succede? Lei. –ma è una festa in maschera. Non ha un costume di carnevale? Io: - no non l’ho. Ma dai prof siamo tutti in maschera! Aspetti, mia mamma l’anno scorso si è vestita da squow indiana, sa quei vestiti con le frange? Di misure è pressappoco come lei. Dai se lo provi! Io: - ma no dai, va bene così, l’insistenza della ragazzina non mi ha lasciato scampo. Avevo dei gambaletti come calze e non sarei certo andata lì con le gambe nude sotto quel vestito in pelle che comunque arrivandomi più giù di metà coscia e avendo l’ultima parte fatta a frange abbastanza fitte mi copriva anche le ginocchia. Volevo o una calzamaglia o dei collant grossi che sostituissero i pantaloni. Ho chiesto dei pantacollant ma non è stato possibile averli, però con delle calze sempre della madre della mia alunna, che lei mi ha consegnato, mi sentivo abbastanza protetta. Ovviamente non mancava la coroncina in pelle con una penna al lato della testa. Ai piedi avevo già di mio i mocassini. Arrivati al locale, sorpresa spiacevole: problemi idraulici al pomeriggio ne avevano impedito l’apertura. Delusione Uno di loro ha preso il cellulare e dopo poco ci ha comunicato che a mezz’ora di macchina un locale con festa in maschera era in piena attività. Ormai ero in ballo; una chiamata a mio marito per ...
    ... avvertirlo della modifica e, visto che c’ero gli ho detto che a quel punto se si fosse fatto molto tardi, anche se avrei fatto di tutto perché ciò non succedesse, avvisavo una collega che abitava in quel paesino e le avrei chiesto di ospitarmi. Arrivati al locale e impegnato un tavolino e un divanetto, le bevande hanno cominciato a circolare, ma i ragazzi, come promesso si limitavano a coca, aranciata e qualche birra piccola. Quella coca-cola, però nei suoi ultimi passaggi aveva anche del wisky e me ne sono accorta al terzo bicchiere, quando volendo andare in bagno non riuscivo quasi ad alzarmi dal divanetto in cui ero sprofondata, tanto che Martina mi ha aiutata e accompagnata in bagno. Mente passavamo tra chi ballava e chi stava al banco del bar, un commento:- io queste indiane me le scoperei volentieri. Anche se non vogliono; con una manata sulla natica che però insistendo nel non mollare la presa mi si stava praticamente infilando tra le cosce, mi ha gelato. Fermandomi e voltando lo sguardo ho visto un uomo basso e tarchiato, sulla sessantina, alto non più di me circa un metro e sessanta, che dava l’idea del torello, grassoccio ma forte, abbastanza ben messo a livello muscolare. L’ho fulminato con lo sguardo. Lui, con sfida: - Che c’è? Non sei una ragazzina ma sei ben messa, se vuoi ti accompagno in bagno, con una risata, così mi faccio te e questa troietta. Chi è tua figlia? Riferendosi a Francesca che mi accompagnava e che mi ha tirato via dicendo di lasciar perdere. In effetti ...
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