1. Federica 4


    Data: 29/08/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Italy456987

    Tornai a casa di corsa e mi sembrava che chiunque incontrassi leggesse sul mio viso:
    
    “l’ho preso nel culo…..mi piace l’uccello….per favore non me lo fate vedere perché poi non resisto…..”
    
    Mi infilai sotto la doccia e mi lavai furiosamente mentre le immagini del cazzo di Rocco e di mia zia mi tornavano in mente.
    
    Sentivo il sederino che era morbido e dilatato mentre lo lavavo col sapone e mi ritrovai a menarmi l’uccello col pollice nel culo, era bello e non mi bruciava per nulla, venni in dieci secondi ripensando alla mia prima inculata.
    
    Dopo in camera mi misi un po’ di nivea come mi aveva detto Luca e sentii un fresco bellissimo e mi stava venendo ancora duro ma sentii la porta che si apriva e io in un attimo mi tirai su i pantaloncini.
    
    La zia era stravolta, la camicetta sistemata alla meglio lasciava intravedere quelle mammelle stupefacenti.
    
    Mi salutò frettolosamente:
    
    “Ciao Fede…che caldo…sono stravolta, vado a farmi la doccia….”
    
    “Ciao zia, si l’ho appena fatta anch’io….fa un caldo…..”
    
    Un secondo dopo era chiusa in bagno e due secondi dopo ero a spiarla dal buco della serratura, che poi era il mio passatempo preferito durante l’estate, figuriamoci adesso…..
    
    Si spogliò mostrandomi il sederone viola dalle sculacciate che aveva preso e dentro c’era qualcosa di legno….piano piano lo tolse ed era un birillo di legno piuttosto grande, diciamo un po’ più grande di una bottiglietta di coca piccola ed era infilato dalla parte più grossa infatti spuntava ...
    ... solo la punta sferica.
    
    Sicuramente era un’altra delle angherie di Rocco che si accaniva sulla povera zia facendola tornare a casa con quell’affare dentro il culo; mi faceva compassione e allo stesso tempo arrapare da morire, ma la compassione svanì quando vidi che se lo riappoggiò dentro e sfruttando la crema che gli usciva dal sedere come lubrificante, iniziò a metterlo dentro e toglierlo, prima lentamente roteando le natiche burrose e poi sempre più velocemente agitando il culone e toccandosi davanti, masturbandosi con quel cosone nel culo fino a venire crollando in terra stravolta dal piacere mostrandomi per un attimo il viso bellissimo completamente trasfigurato dal godimento.
    
    La cena fu un supplizio, perché il mio uccello anche se non era tanto grande era duro come il muro e non riuscivo a fare a meno di fissarmi sui capezzoli della zia che spuntavano da sotto la stoffa della magliettina che si era messa.
    
    Tutta quella mercanzia in mostra e sicuramente ancora eccitata dal trattamento subito, più l’idea che una cappella gonfia mi aspettava fuori mi mandavano fuori di testa, al punto che trovai perfino il coraggio di strusciare con finta casualità quei capezzoloni col gomito.
    
    “oh..scusa…”
    
    “niente niente….”
    
    Ma eravamo diventati viola entrambi.
    
    “io vado un po’ al bar con Luca….”
    
    “vai caro, non fare troppo tardi eh…? Io andrò a letto presto perché sono stanchissima……”
    
    Uscii di corsa e andai al baretto in piazza dove vidi Luca già seduto a un tavolino ...
«123»