1. Gli ultimi coriandoli


    Data: 01/09/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: Edipo

    ... studiare, lei fin da subito si dedicò alle sue marchette. Qualcuno cominciò a pagarla; trovai i soldi nella sua borsetta, gliene chiesi conto e quando mi spiegò da dove venivano la presi a schiaffi. Lei mi graffiò la faccia e urlò che se le avessi di nuovo rimesso le mani addosso mi avrebbe tagliato a pezzi la cosa inutile che mi pendeva tra le gambe. Minacciai di raccontare tutto ai nostri genitori. "Fallo," rispose, "ne sapranno delle belle anche su di te." Nella palazzina in cui abitiamo ormai tutti sanno la verità. Prima erano molto gentili con me, ora si deve essere sparsa la voce di quello che combina lei e mi guardano con commiserazione e disprezzo. Forse pensano che io sia il suo magnaccia e la cosa mi umilia. Così come mi ha umiliato che abbia superato anche l'ultimo segno di discrezione e di rispetto. Tre sere fa, per la prima volta, ha portato uno dei suoi schifosi clienti in casa. Li ho sentiti dalla mia stanza, ho udito i gemiti e le frasi oscene, la sua voce roca che incitava la virilità del suo partner a dare il meglio di sé. Ricordo di avere preso un coltello in cucina, di avere pensato: ora li ammazzo tutti e due, ma intanto avevano finito, lo ha fatto uscire dalla porticina sul giardino. Quando mi ha visto con il coltello in mano non sembrava sorpresa o impaurita. Ha detto: "Se vuoi uccidermi, mi fai un piacere." Poi è scoppiata a piangere, ha giurato che non avrebbe più portato nessuno qui, che era stanca di quella vita. Ci siamo abbracciati, ha voluto ...
    ... dormire con me e l'ho vista assopirsi con il viso sul mio petto. Anche stanotte è tornata dopo le tre. Appena sveglia verrà a chiedermi perdono, gli occhi gonfi, le guance sporche di trucco e lacrime. Guardo il calendario, è mercoledì delle Ceneri, ieri è stato martedì grasso. Sarà stata a qualche veglione, non aveva nemmeno bisogno di mettersi in costume essendo già travestita da puttana. Penso che sarebbe meglio se la strozzassi nel sonno e la facessimo finita una volta per tutte. L'ho sentita alzarsi, andare in bagno. Entra in cucina, seminuda. Indossa quello che aveva quando è uscita, evidentemente era troppo stanca per risistemarsi un po'. Si è solo tolta la minigonna e messa la vestaglia che, semiaperta, lascia vedere lo slip rosa, le calze a rete, il top che copre il magro petto. Le labbra sono ancora sporche di rossetto, il trucco si è sciolto, fra i capelli sono rimasti impigliati molti coriandoli, ultimo residuo dello squallido festino al quale ha partecipato. Forse mi legge nel pensiero perché mi dice che è sempre meglio uno squallido festino che la squallida solitudine in cui vivo io. "Sei solo una piccola zoccola," le dico. "E tu uno sfigato cronico." "Ti piace farti sbattere nei cessi." "E a te piaceva farti strusciare dai maschi della tua classe." "Non sei contenta se non fai un pompino al giorno." "Quella è la tua specialità, non la mia. Anzi, la tua specialità è un'altra." "Quanti soldi hai guadagnato stanotte?" "Devi vedere nelle tue tasche, te li prendi sempre ...