1. PRIGIONE TRANSEX-CAP.4-JUNKYARD, L'EPILOGO


    Data: 03/09/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Trans Autore: strapps

    Di nuovo in una prigione. Qualunque essa fosse. Di nuovo prigioniero. Di qualcuno. Avrei voluto piangere ma non avevo più lacrime ormai, ero rassegnato, quello era il mio destino.Mi sistemai alla meglio e mi addormentai.I giorni seguenti furono frenetici e non ebbi modo di pensare molto. Lavorai come un mulo fino a notte, poche pause e tanti caff&egrave. Miss Pot gestiva quegli specie di studios come una guardia del padiglione T. dovevo preparare le luci, portare i cavi, i proiettori, allacciare fili, sistemare letti e sedie. Portare da mangiare alla truppe, pulire, aiutare il cameram, riferire al regista gli ordini di Miss. Lei era sempre a ordinare a tutti, indossava un tailleur pratico grigio, tacchi verdi e un frustino in mano. Faceva colare quell'attrezzo di cavallo su me in particolare ma anche su attori e troupe. Non faceva sconti a nessuno. Tutti filavano veloci e pratici. Gli attori erano due donne e due uomini, belli, sexy, professionali. Scene lesbo ed orge, ciak, riprese, doccia, make-up. E poi acqua, docce, asciugamani. Quando andavo a letto ero sfinito. Per fortuna le riprese erano sempre fissate nel pomeriggio, così avevo modo di fare con calma la mattina assieme a Gim il compagno del regista, un frocetto che mi dava una mano con passione e mi evitava i rimbrotti di Pott e il suo frustino. Dava colpi secchi, micidiali, mai troppo forti, &egrave vero, ma precisi, umilianti.In 3 giorni le riprese si conclusero. Gregg il regista era contento. Anche Miss Pot. Ci ...
    ... fu un piccolo party di fine lavoro, poi tutti se ne andarono. Io pulii tutto e andai a letto.I giorni seguenti mi ripresi dalla mole di lavoro delle riprese, quindi cercai di capire dove ero finito. Il container era abbastanza ampio e pieno di cose, gli studios erano ampli ma tutto era in ordine. Miss Pott era organizzata dovere. Feci dei giri in cortile. Era proprio come una prigione. Mura di lamiera, ma alte. Salii sul tetto e guardai l'orizzonte. Una distesa piatta di deserto con scarsa vegetazione. Una sola lunga striscia di higway che correva via. Poco lontano c'era una pompa di benzina con caff&egrave. Vicino al container, oltre il muro di lamiera e una piccola strada sterrata c'era un deposito di ferro e vecchie auto. Piuttosto grande, ma poco sfruttato. Anche lì un container simile a quello dove ero tenuto prigioniero io. Mi sforzai di vedere del movimento, della gente, ma niente. Due piccole gru, una jeep rossa e bianca. Un cane legato ad una corda che dormiva.Tornai dentro e mi misi a guardare la TV.La notte la temperatura calava bruscamente, la prima sera mi ero svegliato fra i brividi di freddo e mi ero procurato coperte pesanti e un pigiama di felpa leggera.Per una settimana non vidi nessuno. Il cercpaesone alla mia caviglia era sempre in funzione. Le provviste iniziarono a scarseggiare. Miss Pott mi aveva lasciato un cellulare e un numero di telefono dentro. �Non usarlo mai se non per emergenze vere e chiama solo quel numero, intesi?� aveva detto con quella sua ...
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