1. Un dolce gioco perverso


    Data: 05/09/2019, Categorie: Trans Autore: DanaB, Fonte: Annunci69

    ... il tocco finale per sembrare una battona me lo potevano dare le calze autoreggenti. Volle subito vedere l’effetto. Mi fece indossare la gonna con le autoreggenti. Il ricamo delle calze arrivava a filo con la gonna.
    
    -Ti stanno benissimo. Sei uno schianto. –
    
    Guardandomi allo specchio mi trovo d’accordo con lei. Mi piaccio. Mi giro davanti allo specchio a lungo, poi a malincuore mi cambio.
    
    Il giorno dopo rimaniamo d’accordo che verso le sei ci vediamo Davanti alla Oviesse per comperare l’altra minigonna.
    
    Nel pomeriggio lei mi telefona per ricordarmi l’appuntamento e mi ricorda di portare le scarpe e le autoreggenti.
    
    Stavo per ribattere che non ce n’era bisogno l’avevo gia provata, ma mi astenni. Perché privarmi del piacere che mi dava provare quei capi in un luogo pubblico e davanti a mia moglie.
    
    Quando arrivai all’Oviesse lei era già li. Avevo fatto un po’ tardi. Non mi ero reso conto del tempo che passava. Ad un certo punto me ne ero reso conto e avevo dovuto fare una corsa per struccarmi e cambiarmi. Quando fummo nello stanzino e mi levai i pantaloni con terrore mi accorsi che sulle cosce il segno dell’elastico delle autoreggenti non era ancora svanito e si vedeva chiaramente. Sperai che lei non ci facesse caso ma cosi no fu, ma non me lo fece notare. Non disse nulla . Riprovai tutte le gonne poi decidemmo quella con la balza pieghe.
    
    Il giorno dopo mi telefonò dall’ufficio per dirmi che avrebbe fatto un po’ tardi perché doveva passare a casa di Marco, a ...
    ... prendere la divisa da marinaio.
    
    A me venne spontaneo chiederle perché lui non l’avesse portata in ufficio. Lei mi spiegò che andando a casa del suo collega a prenderla se la poteva provare. Il suo collega aveva un vicino di casa sarto che eventualmente poteva aggiustargliela. Dopo avermi dato questa spiegazione mi chiese se stavo provando la mia maschera.
    
    Io rimasi un attimo di stucco e balbettando le dissi:
    
    -No! Perché me lo chiedi? –
    
    -Perché ieri pomeriggio te le sei provata. –
    
    -No! Cosa te lo fa credere? – Provai a ribattere io.
    
    -Il segno delle autoreggenti sulle cosce. Si vedeva ancora quando hai fatto le prove all’Oviesse. –
    
    -Si lo ammetto. Volevo provare….- Provo a dire io ma lei mi interrompe dicendomi:
    
    -Non ti sto mica rimproverando. Cosa volevi provare?-
    
    -Gli accessori e cosa portarmi da mettere sopra la gonna. Ho provato delle camicette e dei maglioni. –
    
    -E hai trovato gli abbinamenti?-
    
    -Qualcosa ma sono molto indeciso. Non riesco a decidermi. –
    
    -Stai provando anche adesso. Vero? –
    
    -Si. –
    
    -Fai una cernita delle cose che ti piacciono. Quando arrivo io me le fai vedere e decidiamo. –
    
    -Vuoi che rimanga mascherato finché non arrivi tu?
    
    -Certo.
    
    Arrivò verso le otto. Mi disse che la divisa era dal sarto. Cominciai a sfilare con i capi che ho scelto. Provavo un piacere enorme a farlo. Mentre le camminavo davanti lei mi fece:
    
    -E’ stupefacente come cammini con i tacchi alti. Sembra che l’hai portati sempre. –
    
    Io cercai ...
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