Sabine: il peccato francese, la prima volta non si dimentica mai
Data: 08/09/2019,
Categorie:
Etero
Autore: alybas
... martellante. In quell’occasione la presi letteralmente di peso e la scaraventai sul divano. La francese subiva ed io ero ad un punto di trabocco. Sabine era diventata tutta una vagina, era bagnata all'inverosimile eccitata e senza più alcun freno inibitorio; godeva senza limite. Il tentativo di trattenere l'orgasmo, ancora fallì in maniera clamorosa poichè la prepotenza della verga ed i testicoli al culmine della tensione stavano scoppiando. Dovetti capitolare inondandola e il dardo come un idrante impazzito vomitò tutta la sua irruenza. Sabine si mosse convulsamente allargando le sue splendide cosce tanto da farsi penetrare per tutta la lunghezza del pene ed accogliendo integralmente il prezioso succo. Ma, fu a questo punto che nell’inevitabile fase di crollo successivo all’eiaculazione la francese prese l'iniziativa. Salita sopra, scatenata, iniziò a lavorarmi il pene. La sua lingua odorava forte, in effetti l'orgasmo si era impastato alla saliva, al sudore, creando un cocktail esplosivo che ora sembrava toccarmi lo stomaco. Sabine scendeva con la bocca sul pene che forzatamente stava ricominciando a svettare. La donna succhiava come una dannata. Avevo scoperto che in quella situazione, in balia della donna non avrei retto per molto. Sabine era splendida una dea del sesso, eccome se ci sapeva fare. Cercavo di riprendere il controllo ma non sembrava cedere, mi stava spossando. Era lei a gestire e nonostante le mie sollecitazioni non cedeva un attimo. A quel punto le misi ...
... la mano sinistra in vagina e presto trovai il clitoride, iniziai a masturbarla di continuo. A Quel punto Sabine rallentò quel ritmo che era divenuto infernale, mentre dal buco vaginale fiottava a cascata il liquido. La lasciai sopra ancora a cuocere nel suo brodo, ed iniziai a spadroneggiare sui suoi splendidi piccoli seni, leccando, succhiando, ciurrando quei capezzoli invitanti, grandi rispetto alle tette piccole erano degli straordinari lamponi puntuti. Sabine oramai gridava in un misto di francese ed italiano il suo desiderio. In quel momento sentii l'inondazione, la donna aveva, infatti, ceduto. La presi e la volsi alla pecorina e senza che lei potesse dire nulla la sovrastai violandola analmente. La contrarietà della donna in quella situazione fu facile da stroncare. Lei rabbiosa sulle ginocchia tentò di proteggersi ma io l’avevo oramai aperta e più lei tentava di divincolarsi più il pene entrava. La cavalla era domata, le misi ancora le dita nella calda vagina che faceva scorrere il suo succo caldo come una fonte e Sabine cadde a faccia in avanti in preda ad un orgasmo particolarmente violento. Non riusciva neanche a raccogliere il fiato e così alzatole ancora di più il bacino le violai nuovamente l'ano. Volevo scaricare in questa occasione tutto il mio desiderio verso di lei, nel suo secondo canale. Non le diedi scampo. Sabine ansimava mi supplicava di arrivare, ma io volli godermela fino all’ultimo, quelle natiche avrebbero dovuto sopportare un dolce supplizio ancora ...