1. Il traghetto (la confessione-VIII parte)


    Data: 12/09/2019, Categorie: Lesbo Autore: Fil73, Fonte: EroticiRacconti

    ... il suo numero di telefono. Lo stropicciai e lo buttai sulla scrivania. Fatta la doccia mi misi a dormire, ma per tutta la notte pensai a quella scena. Quello che mi faceva star male era un dubbio. Mi ero allontanata perché mi aveva dato fastidio, o perché non me ne aveva dato? La mia mano sulle sue gambe non mi aveva lasciato proprio indifferente. Dopo qualche giorno la chiamai e ci incontrammo in un bar, lei voleva andassi da lei, ma non ero tranquilla. Quando ci incontrammo indossava quell’abito. Dialogammo del più e del meno, dei nostri studi della nostra vita quotidiana. Ricordo ancora i tavolini tondi in ferro battuto, ed il ripiano in vetro. Le tazzine in ceramica bianca che vibravano sui piattini al ritmo delle mie gambe, che non riuscivo a tener ferme. Parlando accavallava continuamente le gambe, coprendo e scoprendo la loro fattezza, sono sicura che lo facesse apposta. Non riuscivo a distogliere lo sguardo da quei movimenti, lei se ne accorse e mi chiese di accompagnarla in bagno. Una volta entrate, mi prese la mano se la portò sulla gamba ed iniziò a baciarmi. Credo di non aver mai impresso nella mia mente neanche la forma del lavandino, nessun dettaglio di quel bagno. Io rimasi alcuni secondi confusa, poi quando sentii la sua lingua toccarmi le labbra, piano piano aprii le mie, la mano scivolò tra le sue gambe, e lei sfiorandola la guidò fino a farmi sentire le sua intimità. A quel punto si staccò e guardandomi mi fece notare che se volevo il suo vestito saremmo ...
    ... dovute andare da lei, perché l’unico modo che aveva di darmelo era toglierlo. Non ci pensai due volte e la seguii in silenzio, il vestito non era più il mio desiderio. Per strada ero stranamente emozionata. Mi sudavano le mani..e anche li sotto la situazione era alquanto anomala. Ero umida, e per la prima volta in vita mia lo ero per una donna. Feci la strada in una sorta di trance, seguivo i suoi passi che mi guidavano senza neanche vedere la strada. Entrate in casa si fermò davanti a me e fece scivolare le bretelline dell’abito. La vidi davanti a me. Non aveva nulla sotto, ma già lo sapevo, lo avevo intuito nel bagno del bar. Non sapevo cosa fare, come muovermi. Lei comprese la mia difficoltà e mi aiutò a spogliarmi. Accarezzò il mio seno e guidò la mia mano a farlo su di lei. Ricordo ancora quanto ero impacciata, tremavo come una foglia. Lei mi rassicurò con le sue carezze, con le sue parole. Sfiorai i suoi capezzoli, iniziai a farle quello che di solito facevo su di me, sul mio corpo quando ero sola e la voglia mi assaliva. Scese delicatamente fino ad arrivarmi li e prese a leccarmela. Non era la prima volta che mi leccavano la fica, ma capii la differenza. Sapeva dove andare, cosa fare. A proposito, poi mi dirai dove hai imparato te! Sei bravo sai? Comunque… ci trasferimmo sul letto. Lei mi si sdraiò sopra, continuò a baciarmi ed accarezzarmi. Io contraccambiavo. Era strano accarezzare un seno non mio, ma iniziava a piacermi. Iniziai a stimolarle i capezzoli con le dita, ...