1. Il traghetto (la confessione-VIII parte)


    Data: 12/09/2019, Categorie: Lesbo Autore: Fil73, Fonte: EroticiRacconti

    ... poi aggiunsi l’azione della bocca e della lingua a quella delle mani. Mi stavo eccitando, sentendo i suoi gemiti. Aumentai le mie secrezioni realizzando che quei gemini ero io provocarli. Poi Camilla si girò e ci adagiammo nel classico sessantanove. Era la prima volta che mi trovavo un sesso femminile davanti la faccia, iniziai a riportare su di lei i suoi movimenti, le sue azioni. Misi per la prima volta le dita in una fica che non era mia, accarezzavo un clitoride che non mi apparteneva, soprattutto baciai e leccai delle labbra intime che mai sarebbero potute esser quelle tra le mie gambe. Ho sentito per la prima volta gli umori di una donna provenire direttamente da lei, non erano i miei riportati da qualche bacio durante i rapporti. Erano di un’altra donna ed ero io ad averli causati. Venni due volte quel giorno, e da allora ci vediamo almeno due volte a settimana se non di più. Con quel ragazzo fini dopo qualche settimana, quando scoprii che non ero l’unica ad interessargli, e forse anche lui non mi interessava più tanto. Non ho avuto nessun’altra donna oltre lei, e come ti abbiamo detto, non abbiamo mai condiviso un uomo. Se mi dovessi chiedere se mi piacciono le donne, ti direi di no. Non ho mai pensato ad un’altra...ma con lei è differente.” “Perché io si? Perché sono uno che passata la vacanza scorderai? Che non vedrai più?” “Perché quell’espressione di delusione che ho visto nel tuo volto sul traghetto, mi ha fatto male. Mi stavi ...
    ... lusingando con le parole, e ti assicuro che non volevo prendermi gioco di te. Non avessi letto quelle righe, sicuramente non me ne sarebbe fregato nulla, forse non saremmo neanche stati insieme in quella cabina, non ci saremmo mai visti. Non volevo ingannarti veramente. E forse anche per i motivi che hai appena detto. Però ora che ti ho detto tutto, sono stata brava e voglio leggere cos’altro hai scritto.” “Credo che ormai si stia facendo tardi. Non volevate invitarmi a cena in albergo da voi per poi andare in discoteca? Direi che è il caso di prepararsi. Poi, se quando rientriamo non sarai stanca, ti concedo la lettura. Promessa di marinaio!” “Mirko sai cosa si dice delle promesse dei marinai, vero?” Ginevra non riesce più a non sorridergli, a guardarlo negli occhi, a cercare di leggere nella sua mente. Non smette di domandarsi cosa sia quella strana sensazione di smarrimento che sta vivendo. Era tanto che non provava certe emozioni con un uomo. Nessuno l’aveva resa protagonista in una storia scritta. “Dai Ginevra, ti accompagno in albergo e ci vediamo per cena. A fine serata ti lascerò leggere. Parola mia.” “E tu sei un motociclista, non un marinaio. La preferisco.” Le parole son seguite da un caldo abbraccio, che trovandosi sul bordo del lettino, li fa stringere ancora di più cadendo a terra. Le risa che ne seguono probabilmente le hanno sentite anche i vicini, ma a loro sembra di essere due bambini, felici di aver trovato un compagno di giochi. 
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