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Il camion del peccato
Data: 12/09/2019, Categorie: Prime Esperienze Autore: eterobsx69
... a farsi sentire e vedere. Adesso era chiaro perché quel camion ci aveva superato almeno tre volte e altrettante si era lasciato superare ! Per godersi lo spettacolo da vicino. Con una risata ci mettemmo davanti a lui ricambiando il saluto con un colpo di clacson e lei con un saluto dal finestrino un po' malizioso. Però il camionista non ci dava tregua e simpaticamente ci faceva i fari suonava il clacson e faceva gesti abbastanza comprensibili. Finché arrivati a poca distanza da una stazione di servizio mise la freccia a destra facendoci segno di entrare per un caffè. Come già detto eravamo tutti e due un po' allegri e quindi accettammo l'invito quasi come una sfida. Tanto che cosa poteva succedere ? Il momento di imbarazzo comunque era forte e specialmente per il mio amore l'emozione evidente. Però quando il camionista, Marco, scese dalla cabina ci sentimmo tranquillizzati perché era un bel ragazzotto , ordinato, di circa trenta trentacinque anni, italiano e dai modi garbati che si scusò per averci importunato ammettendo però che non riusciva più a far finta di niente. Vabbè dopo il caffè e due chiacchere, al momento di salutarci, alla troia viene in mente di chiedere al camionista se era possibile dare un occhiata alla cabina poiché non ne aveva mai vista una. Comandi, cuccetta, navigatore etc. tutte cose che la incuriosivano. Marco prese la palla al balzo e si offrì di mostrare a Luisa il suo regno e la invitò a salire prima di lui. Io però che avevo fretta di ...
... andare al motel chiesi a Marco se allora non sarebbe stato meglio che lui facesse un pezzo di autostrada con Luisa e cioè fino alla prossima area di servizio e nel frattempo spiegare tutti i trucchi del mestiere. Altro invito a nozze e poiché la prossima area di servizio era a circa mezz'ora decidemmo di fare così. Luisa prima di salire sul camion mi ringraziò con un bacio in bocca che non faceva presagire niente di buono. Oltre tutto salendo sulla ripida scaletta aveva scoperto buona parte del suo bel culetto e si capiva distintamente che non indossava le mutande. Ormai era fatta e quindi bisognava lasciare andare le cose così senza troppi pensieri. Anzi devo dire che pensando a quello che poteva succedere sul camion mi ero eccitato e con un po' di fatica avevo tirato fuori l'uccello e guidavo accarezzandolo dolcemente e con mille pensieri da vero maiale. Per tutto il tempo riuscii a non telefonarle, ma neanche Luisa lo fece, perché volevo vivere e lasciar vivere questa esperienza senza intromissioni. Però più il tempo passava più le mie carezze all'uccello si trasformavano in una sega vera e propria, tanto è vero che un paio di volte mi dovetti fermare per non sborrare direttamente sul cruscotto! Quella mezz'ora mi sembrò una eternità e quando ci fermammo al distributore avevo il cuore che mi batteva in gola. Invece Luisa scese dalla cabina sorridente e con gli occhi che brillavano anche se i capelli erano un po' arruffati ed il trucco, in particolare il rossetto, piuttosto ...