1. La rimpatriata (1° parte)


    Data: 13/09/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio, Fonte: Annunci69

    ... generato dal nervosismo: è sempre il solito timidone! Poi avvicino il mio viso al suo e iniziamo a limonare. Dopo qualche secondo si allontana e mi dice: “Ascolta. Noi due possiamo parlare chiaro, no? Bene: tu sai che sono particolarmente dotato, no? Io non voglio farti male. Non sono di quei tipi che godono quando vedono il proprio partner soffrire. Anzi mi piace vederlo godere. Però, se tu non ti prepari bene potresti provare molto dolore. So che non sei alle prime armi, ma comunque è meglio non rischiare”.
    
    “E quindi che hai in mente di fare?”, gli chiedo.
    
    “Vieni con me”. Mi prende per mano e mi porta in camera sua. “Spogliati e mettiti carponi sul letto”, mi dice. Mentre mi levo i vestiti, lui apre un cassetto del comodino e tira fuori una confezione sigillata di quello che sembra un giochino erotico.
    
    “Cos’è quello?”, gli chiedo, osservando quell’oggetto di forma conica, di almeno sette/otto centimetri di diametro alla base e con una specie di tappo all’estremità inferiore che dovrebbe servire da impugnatura.
    
    “E’ un plug. L’hai mai usato?”.
    
    “No, mai”.
    
    “Non fa male, perché è perfettamente levigato, però aiuta molto la dilatazione dello sfintere. Se lo tieni una mezzoretta prima del rapporto sessuale, dopo il tuo ano sarà più dilatato e dovrebbe essere più facile che io riesca a scoparti senza problemi”. Mi posiziono come da lui richiesto. Lui si inginocchia ai piedi del letto, mi lubrifica bene con un prodotto apposito, che spalma anche sul dildo, e poi ...
    ... punta l’attrezzo al mio buco cominciando a spingere. Lo prendo quasi fino a metà, poi la penetrazione diventa più difficile: senza un minimo di eccitazione come pretende che possiamo riuscirci?
    
    Poi, però, lui ci aggiunge dell’altro lubrificante e il plug scivola ancora un po’ dentro di me. Continua così finché arriva quasi alla base: qualche goccia di lube ancora, una spinta decisa e il dildo si incastra nel mio sfintere, lasciando fuori solo l’impugnatura. Non appena lo ingoio definitivamente mi prende un brivido: “Oh, wow! Che sensazione strana!”.
    
    “Sta’ tranquillo”, mi rassicura, “ è solo per divertirci di più. Tu tienilo così per un po’ e vedrai dopo…!”, e mi fa l’occhiolino.
    
    Non appena si tira su suona il citofono. “Oh cazzo! Ma aspettavi qualcuno?”, gli chiedo.
    
    “Ehm… veramente sì…”, ed esce dalla stanza. “Come sì… ma che…!”, provo a protestare, ma lui è già alla porta ad aprire a chissà chi, lasciandomi sul letto a culo per aria.
    
    Un minuto dopo sento provenire dal corridoio una voce che mi pare familiare: “Ehi, ciao gigantone! Allora, dov’è?”.
    
    “In camera da letto”, risponde Enrico.
    
    “Oh porca puttana! Ma… e ora dove mi nascondo? Ma che si fa così?”, mi agito.
    
    Non faccio in tempo a girarmi che dalla porta entra Pino.
    
    “Ma ciao puttanella Giò”, mi saluta goliardico.
    
    “Ah… ehm… chi si vede…”, ricambio imbarazzato, per la posizione e la situazione.
    
    “Mmmmmm, vedo che Enrico si è portato avanti con il lavoro, proprio come gli avevo detto io!”. Ah, ...
«1234...»