1. La vendetta di Vera


    Data: 15/09/2019, Categorie: Etero Autore: gioialunavera

    ... provocando, e che poteva, anzi doveva, approfittarne subito.Quel giovanotto era giovane, ma non inesperto: si mosse in modo da agire immediatamente.Sotto i miei occhi attenti, si mise al lavoro per riparare il mio tacco spezzato; io ebbi modo di osservarlo bene. Non era bello nei lineamenti, ma aveva quell’imperfezione e quella trascuratezza tipicamente francesi che lo rendevano molto affascinante. Aveva il volto un po’ irregolare, con la mascella un po’ sporgente ed il naso aquilino. I capelli, biondo scuro e mossi, gli ricadevano sul viso, coprendogli un occhio. Era però alto ed aitante, ed emanava un odore misto fra il suo sudore e il cuoio dei pellami con cui lavorava.Era anche bravo, e veloce, così in pochi minuti la mia scarpa era riparata. Porgendomela, mi disse: “Immagino che ora le dolga il piede, poiché il movimento con il tacco rotto crea tensione sulla caviglia. Vuole che l’accompagni alla macchina?”.Accettai subito; mi appoggiai al suo braccio, mentre il vecchio ciabattino ci guardava allontanarci verso la mia auto. Quando entrai, feci in modo che la mia gonna si sollevasse in modo da mostrargli il pelo pubico, sicchè non ci fossero equivoci. Il giovane non era certo un tipo timido: “Ascoltiamo un po’ di musica?”, mi chiese, e girando rapido dal lato passeggeri, entrò in auto. Senza perdere tempo, mi mise una mano sulla coscia. “Lei è una donna stupenda – mormorò – sensuale, di classe. Italiana? Da quanto tempo vive qui?”Cominciammo una strana conversazione: ...
    ... io rispondevo alle sue domande, interessate ed intelligenti, mentre lui mi accarezzava l’interno della coscia. Contemporaneamente, cominciò a girare lentamente la rondella che reclinava il sedile. La sua voce si faceva più roca mentre parlavamo, perché man mano, lui faceva risalire le dita verso il mio sesso. Quando lo raggiunse, emise un suono di piacere, una sorta di mugolio soffocato…poi mi penetrò con il medio. Io assecondai subito il suo movimento e aprii bene le cosce, alzando la gonna fino alla vita. Dalla finestra della bottega, vidi il ciabattino che ci guardava.Il mio piano era perfetto, tutto stava andando come previsto: quando il giovane si piegò su di me per leccarmi la fica, vidi arrivare l’auto di Jean e sorrisi soddisfatta, perché la mia vendetta si stava consumando.Ora potevo godermi quel ragazzo, che mi stava stuzzicando con un dito il clitoride, in modo delizioso. Ero completamente stesa, adesso. Lui sollevò il viso verso di me e disse: “Ho un folle impulso di leccarle la fica, signora. Non so come mai. Sarà questo odore…lei ha un odore di passera incredibile. Lo porta addosso, glie l’ho sentito da quando è entrata in negozio. Mi si è rizzato subito il cazzo…non vedo l’ora di infilarglielo dentro, ma prima devo leccarle la fica, assaggiarla, sentire il sapore di questo miele così profumato. Posso?”.Risi, stupita da tanta poesia in un semplice aiuto-ciabattino, e spalancando le cosce dissi: “Devi. Fai presto, leccamela…sto impazzendo”.Lui mi affondò il naso ...